LIVE Baroni: "Ci vuole ferocia sempre. Ngonge ha moltio più da dare. Non è il sistema di gioco: va trovata l'energia. Parma gara difficile, merita più dei punti che ha: per noi è un'opportunità. Anjorin ha una fascite plantare"

Il Torino, dopo aver passato il turno in Coppa Italia battendo il Pisa 1 a 0 e accedendo aglio ottavi dove affronterà la Roma, si rituffa nel campionato con l’imperativo morale di non ripetere più la pessima prestazione fatta con l’Atalanta e trovare un po’ di continuità di risultati e sfoderare un gioco che non facce subire gol evitabili e consenta di segnare: due talloni d’Achille che hanno caratterizzato le prime quattro partite che hanno fatto incamerare quattro punti, ma con una sola rete realizzata e ben otto subite.
L’allenatore del Torino, Marco Baroni, fra poco in conferenza stampa presenterà la partita con il Parma in programma lunedì alle ore 18,30 allo stadio Tardini.
La partita di lunedì col Parma, squadra sulla carta alla portata, è già una tappa decisiva?
"Tutte le tappe sono fondamentali, in Serie A non esistono partite Facili. Il Parma tra l’altro è una buonissima squadra che merita molti più punti di quelli che ha, è un campo storicamante difficile e quindi sarà una gara molto difficile per noi. Stiamo lavorando e ci stiamo preparando bene per affrontarla per le difficoltà che riserva".
Che risposte ha avuto dalla Coppa Italia e dall'amichevole di ieri? Qualcuno di quelli che ha giocato in Coppa potrà partire titolare?
"La partita di ieri ci è servita principalmente per dare minutaggio a chi ne ha avuto meno, in Coppa è stata una partita importante per crescere. Non avevo bisogno di vedere alcuni giocatori, ma si è trattato di verifiche. Tutti i giorni vedo i calciatori per cui ribadisco la mia totale fiducia in loro. Ci servono gli allenamenti perché sono opportunità di crescita ed è quello che stiamo cercando di fare".
Quanto è riuscito a lavorare sull’eccesso di frenesia ed egoismo che hanno caratterizzato il secondo tempo della gara di Coppa Italia con il Pisa e che non hanno permesso di tramutare le occasioni create in gol? Che impressioni ne ha tratto?
"Quello che ho notato fa anche parte del momento e della crescita sche ci deve essere sotto tutti gli aspetti e non solo dal punto di vista fisico-tecnico, ma anche mentale e di maggior convinzione. In alcune situazioni, specialmente vicino all'area avversaria, c'è stata troppa frenesia e qualche personalismo, che chiaramente dobbiamo assolutamente levare perché tutte le squadre ma specialmente il Torino deve lavorare di squadra, questo è l'aspetto principale".
In questo inizio di stagione ha utilizzato schemi e moduli differenti, a Parma come giocherà?
"Storicamente non sono uno che ama molto cambiare o variare, ma ci sono dei momenti nella costruzione della squadra in cui è fondamentale trovare equilibrio, compattezza e le situazioni che sono appunto fondamentali. Non è che abbiamo cambiato, non voglio tornare al ritiro e ai giocatori che c’erano e non c’erano perché non mi sembra il caso di ripetermi. In questo momento abbiamo cambiato per affrontare alcune squadre, cerchiamo un'identità forte di squadra in modo che si porti pressione nella metà campo avversaria e per andare forte sull'uomo. Non è tanto questione del sistema di gioco, ma è più quest’aspetto temperamentale di energia che la squadra deve trovare. Il sistema di gioco è secondario, credetemi".
La vittoria di giovedì ha dato entusiasmo alla squadra, quanto aiuta?
"Mi nutro di energia e di entusiasmo, ogni giorno. Se dovessi arrivare in spogliatoio e non sentissi questi due elementi forti dentro di me li sentissi allora sarebbe il momento di fare un'altra cosa. Quindi cerco di trasferirlo alla squadra perché le squadre devono avere questo aspetto essendo la motrice, la parte più importante specialmente quando si vuole crescere. Stiamo cercando una linea di crescita che salga e la cerchiamo nell’essere squadra, nel gioco, nella compattezza e nell’equilibrio, ma in questa linea a volte ci sono delle cadute però questo non deve intervenire nel processo di crescita. A volte alcune situazioni ti aiutano, anzi ti rafforzano e di deve trovare la forza anche nelle situazioni negative: la vita spesso ci mette di fronte difficoltà che devono tramutarsi in opportunità. Io la vedo così e cerco di trasferirlo alla squadra. Credo che sia fondamentale prendere la vittoria, ma con lo stesso equilibrio che dobbiamo avere durante la settimana per aumentare la determinazione, l’energia e l’entusiasmo nel lavoro portandovi gioia".
Cos'ha capito del Toro in questi mesi? Quando vedremo il Toro che ha in mente?
"Mi spiace che si ritorni su questo. Nella prima parte del ritiro giocavamo col 4-2-3-1 con Cacciamani a sinistra, Gineitis a destra, Gabellini e Sanabria. Quando sei in costruzione il tutto e subito lo vogliamo solo noi. C’è da lavorare perché si sono aggiunti dei giocatori che stanno facendo benissimo e io sono contentissimo di questi ragazzi. Sto stimolando ognuno di loro in primis affinché trovino la miglior condizione e poi per far loro capire cos’è il calcio italiano visto che sono arrivati giocatori stranieri. Nkounkou, ad esempio, col Pisa ha fatto molto bene, ma è un ragazzo che per la prima volta ha messo piede in Italia, e deve conoscere il nostro campionato e il nostro modo di fare calcio e le differenze: queste cose si migliorano in un giorno o in una settimana. Stiamo facendo un percorso di crescita e noi ci stiamo dentro con il lavoro".
Quanto è importante fare un buon risultato lunedì?
"Ogni partita è fondamentale: ci sono passaggi, gare e opportunità e il Parma è una di queste. Affrontiamo un'altra gara dopo una caduta in casa con l'Atalanta ecco perché si tratta di un’opportunità. Il Parma è forte e temibilissima che non merita i punti che ha. Ho visto tutte le loro partite e hanno fatto molto bene. Hanno entusiasmo e in casa loro storicamente è difficile quindi la nostra opportunità è trovare nelle difficoltà ciò che ci serve per trovare quell’identità forte".
Lavorate anche sui calci d'angolo visto che con il Pisa avete segnato così?
"Le palle inattive sono un aspetto importante e fanno parte dell’allenamento e del lavoro e lo abbiamo sempre e fatto e continuiamo a farlo perché tra l’altro abbiamo dei buoni battitori che sanno fare traiettorie importanti. E’ uno degli aspetti su cui cerchiamo di lavorare e lo fanno anche gli avversari. E dovremo anche essere attenti in questo sia a livello offensivo sia difensivo".
Pesa non avere entusiasmo intorno alla squadra?
"Personalmente mi sento in debito con i nostri tifosi. Noi dobbiamo soltanto fare prestazioni di grande energia, entusiasmo voglia e compattezza. La soluzione è nell'aspetto tecnico, per me come allenatore, ed è su questo che sto cercando di lavorare forte".
Anjorin di quanto tempo ha bisogno? E anche Gineitis ha trovato meno spazio, prossimamente ne avrà di più?
"Anjorin ieri lo abbiamo fermato perché ha una brutta fascite plantare che non gli permette di lavorare bene e oggi ha fatto una risonanza, non è una cosa importantissima, ma dovremo valutarlo perché non è al 100% negli allenamenti. Gineitis è tornato dalla Nazionale ed è stato fermo alcuni giorni. Lo considero un giocatore affidabilissimo che può ricoprire più ruoli. Se devo spendere qualcosa sull’energia lui mi piace perché ha energia in campo".
<b>Sulla crescita di Casadei ci sono aspettative alte, a che punto è nel percorso di crescita?</b>
“Il futuro è suo. Ricordiamoci che è alla sua 19esima partita in Serie A. E’ vero che si porta dietro il peso delle aspettative, ma negli allenamenti non vedo che lo senta e credo abbia già resettato il suo passato. E’ dentro il presente che può portarlo a un futuro importante. Nel suo presente vedo tanta disponibilità, voglia di lavorare e dedizione e quindi aspetto che traduca nelle prestazioni tutto ciò che fa durante la settimana”.
<b>Quanto tempo ci vorrà ancora per vedere in campionato Vlasic dietro le due punte?</b>
"Ieri ho messo in campo chi doveva avere minutaggio. E' una soluzione. Anche in questo momento giochiamo con i due attaccanti perché Ngonge è un attaccante così come Simeone, Adams e Aboukhlal.. Fino ad adesso non abbiamo mai rinunciato agli attaccanti, anche se sono distribuiti in campo in maniera differente. Vlasic è un trequartista che spesso lavora da trequarti e qualche volta si apre, ma io prediligo che stia dentro il campo perché è questo il suo ruolo. Per cui andiamo aventi così".
<b>La difesa a tre sta diventando una fisionomia?</b>
"E' una soluzione anche di opportunità in questo momento, ma non è quello per cui potremmo cambiare. Abbiamo pensato la squadra per il 4-3-3 e penso che si possa tornare presto a questo, ma all'interno di una gara aggressiva, di energia, di mobilità, di dinamicità e non di attesa altrimenti il sistema lo puoi buttare nel cesso".
<b>Ci sono altri infortunati?</b>
"A parte Anjorin, c'è Ilic che è stato fermo per una contusione, ma ieri era in campo. Oggi forse dovrebbe riaffacciarsi con noi Masina, gli altri stanno bene. Maripán si è allenato, è rientrato da due allenamenti. Aveva avuto la febbre e ha fatto uso di antibiotici, ma ora sta bene e lo considero recuperato, devo solo valutare quale potrà essere la sua tenuta in gara".
Ha avuto spiegazioni dalla squadra sul black-out avvenuto contro l'Atalanta?
"Tocca a me trovare soluzioni. Con il Pisa facciamo una buona gara, poi sull'unico tiro loro all'ultimo...Dobbiamo capire che non c'è un pallone meno importante di un altro. Devi avere sempre determinazione, concentrazione e ferocia, è questa la soluzione"
E quindi come si fa a trasmettere ferocia alla squadra?
"Bisogna guardare in faccia le situazioni e lo facciamo attraverso i video, poi c'è il lavoro. E serve la voglia di chi va in campo con coraggio, senza paura e andando forte. Gli errori possono esserci, ma parto dal presupposto che su 16 giocatori sono il 6% ognuno, ma dobbiamo arrivare al 100%"
Si attende uno scatto da Ngonge?
"Se mi aspetto di più? Lui ha molto di più da dare"
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