La ricerca del gioco e dei gol passa dal test con il Verona
Il Torino è all’ottava partita ufficiale fra Europa League e campionato e nelle precedenti sette non ha mai schierato la stessa formazione e anche questa sera con il Verona andrà in campo con uomini differenti rispetto alle altre gare. E’ vero che gli impegni ravvicinati rendono di fatto obbligatorio il turnover, però quando un allenatore cambia spesso vuol dire che è alla ricerca dell’assetto migliore e che il gioco che finora la squadra ha prodotto non lo soddisfa.
Il fatto che il Torino abbia iniziato la preparazione estiva il primo di luglio. ottantare giorni fa, con la maggior parte dei giocatori subito a disposizione dell’allenatore non è bastato per assemblare e amalgamare il gruppo e i granata stanno pagando soprattutto il cambio del gioco offensivo. Il Torino fatica a segnare non solo perché sono cambiati gli interpreti, cioè non è dovuto esclusivamente agli addii di Cerci e Immobile, ma proprio alla costruzione del gioco. Il giro palla fra i difensori, marchio di fabbrica di Ventura, che deve servire a stanare l’avversario per permettere alla squadra di ripartire sfruttando la velocità e i movimenti delle punte con Quagliarella, Amauri, Martinez, Larrondo e Barreto funziona ben poco, perché questi attaccanti hanno caratteristiche differenti e di conseguenza hanno bisogno di essere riforniti in modo diverso, soprattutto i primi due. I terzini devono andare sul fondo e crossare e le mezze ali rifornire per vie centrali le punte, questo rischia di rendere la squadra sbilanciata in avanti perché sei uomini devono concentrarsi sulla fase offensiva e di conseguenza gli altri cinque hanno un carico maggiore di lavoro in fase difensiva. Se tutto funziona bene e la squadra riesce ad essere alta il Torino potrà togliersi delle soddisfazione e far divertire i propri tifosi, ma se l’avversario attacca e schiaccia i granata a ridosso della propria area impedendo sia ai terzini sia alle mezze ali di occuparsi della fase offensiva le due punte restano isolate e si crea uno scollamento che porta inevitabilmente a non riuscire a segnare.
Molto probabilmente questa sera toccherà a Padelli, Bovo, Glik, Moretti, Darmian, Sanchez Miño, Vives, El Kaddouri, Molinaro, Amauri e Quagliarella contrastare il Verona in modo efficace riuscendo a segnare i primi gol in campionato. Sanchez Miño e El Kaddouri dovranno apportare fantasia e inventare rifornimenti per le punte, il loro utilizzo in contemporanea dall’inizio non dovrebbe essere in discussione, salvo che Ventura non tema troppo Toni e gli altri attaccanti del Verona, che dovrebbe essere schierato con il tridente offensivo, e allora non lasci uno dei due in panchina per irrobustire la mediana con la coppia Vives-Gazzi privilegiando uomini che possono interdire il gioco dei veneti e affidandosi a una minore imprevedibilità offensiva dei suoi. Vedere il Torino con uno zero, anche se solo dopo due gare, nella colonna dei gol realizzati non può non destare qualche apprensione, così male ha fatto anche la Fiorentina e per ironia della sorte le due squadre amiche e gemellate si ritrovano accomunate da questo non piacevole primato. Nessuno vuole fare processi a inizio stagione e tanto meno puntare il dito contro gli attaccanti, ma il problema del gol e soprattutto del gioco va risolto con urgenza arrivando persino a correre qualche rischio e tralasciando l’estetica del gioco, meglio essere concreti che belli e inconcludenti.