Il Torino vuole vincere con la Fiorentina per merito non grazie all’amicizia
Vincere facile non è un cromosoma del dna granata, non lo è mai stato e difficilmente lo sarà mai. Di esempi la storia del Toro è piena e si potrebbe scriverne un’enciclopedia, ma basta rivedere l’ultima partita pareggiata con il Parma, quando la squadra di Ventura era in vantaggio di un gol e in undici contro dieci a venticinque minuti dalla fine si è lasciata sfuggire la vittoria, per averne le prove. I tifosi della Fiorentina e del Toro sono gemellati e legati da amicizia fraterna, le due società sono in buoni rapporti, la viola ha già conquistato il quarto posto e i granata devono vincere per accedere ai preliminari d’Europa League, quindi tutto farebbe pensare che per il Torino non dovrebbe essere difficile vincere all’Artemio Franchi domenica sera. Forse ci riuscirà, ma non sarà una passeggiata perché la squadra di Montella onorerà il campionato senza falsarlo, scendendo in campo concentrata sulla gara e non con la testa già alle vacanze.
Il Torino ha una grandissima occasione da sfruttare per trasformare una stagione da più che positiva, comunque vada a finire, in fantastica. Il percorso di crescita che è stato intrapreso è giunto sicuramente al primo fondamentale bivio: dimostrare di avere la capacità di dominare la situazione riuscendo a ottenere ciò che si vuole. La differenza fra il riuscirci o no è alquanto sottile, perché in più occasioni durante l’arco di questo torneo la squadra granata è stata ad un passo dal compiere l’impresa di battere un avversario più forte, ma è sempre intervenuto quale cosa che non ha trasformato il sogno in realtà. Qualche volta sono stati gli arbitri e gli assistenti che non hanno visto bene ciò che succedeva in campo, in qualche altra i giocatori del Torino hanno commesso qualche errore o semplicemente non sono riusciti, magari utilizzando un po’ di mestiere o d’astuzia che dir si voglia, a condurre fino alla fine la partita conservando i tre punti.
Ora non c’è più possibilità d’appello, si è arrivati alla fine e si deve raccogliere tutto ciò che era stato seminato e con il tempo è cresciuto, lasciarlo lì sarebbe sbagliato perché non porterebbe a termine il lavoro della stagione. Non ci saranno Immobile e Bovo, pazienza vorrà dire che ci penseranno gli altri compagni. Al novantanove per cento toccherà a Meggiorini in attacco prendere il posto del capocannoniere, però il buon Riccardo non segna dal 30 marzo 2013, minuto 78 della gara con il Napoli, bene: è arrivato il momento giusto per lui di depositare la palla in rete in una gara ufficiale. Il Torino è da mesi senza un uomo di ruolo sulla fascia sinistra, ma Darmian spostandosi da quella destra si è conquistato la pre-convocazione al Mondiale dimostrando di essere un giocatore duttile, può persino fare il difensore centrale, in costante crescita e con i piedi buoni e il cervello sempre connesso, quindi anche in quest’ultima partita darà il suo valente contributo. Cerci dovrà farsi carico della squadra e condurla alla vittoria, è pacifico che lo faccia poiché anche lui è fresco di pre-convocazione per il Mondiale, ha un conto da chiudere con la Fiorentina dove nel recente passato non è riuscito a sfondare, ha la giusta ambizione di giocare ad alti livelli, magari in Champions League, e deve cancellare definitivamente l’essere una promessa del calcio. Anche tutti gli altri giocatori del Torino, chi con una motivazione chi con un’altra, hanno eccellenti stimoli per dare il tutto per tutto con la Fiorentina e portare il Torino alla vittoria e accedere ai preliminari di Europa League. La viola può tranquillamente fare il suo senza pensare all’amico Toro che ha sufficienti motivazioni per tagliare il traguardo da solo senza bisogno di aiutini, certi mezzucci li usino gli altri perché al Torino non piace vincere facile, ma conquistare onestamente con il lavoro e il sudore ciò che è alla sua portata.