Il Torino è un cantiere aperto dove c’è da lavorare ancora molto sulle fondamenta

28.10.2020 20:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Marco Giampaolo
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Marco Giampaolo
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Che fatica ha fatto il Torino per avere la meglio sul Lecce e fino al minuto 109 il passaggio del turno di Coppa Italia è stato assolutamente in bilico e poi solo al gol del 3 a 1, tre minuti dopo, si è avuta la sensazione che i granata ce la potessero fare ad ottenere la prima vittoria stagionale alla quinta partita e con una squadra di una categoria inferiore. Il match è stato più che indicativo sulle difficoltà che sta incontrando Giampaolo, al di là di quanto possa dichiarare pubblicamente, sul trovare la quadra e ha messo in evidenza che rinunciare ai giocatori più esperti e di caratura superiore è ancora un azzardo tutt’altro che piccolo.

Si può comprendere la scelta di effettuare il turnover fatta dal mister granata sia non convocando Sirigu, Belotti e anche Izzo e lasciando in anchina inizialmente Vojvoda, Bremer, Rodriguez, Rincon, Lukic e Meïté e poi facendo entrare gli ultimi quattro a gara in corso perché solo in partita si riescono a soppesare veramente i calciatori che sono a disposizione per capire fino a che punto possono essere affidabili. Il Torino partito con Milinkovic-Savic, Singo, Lyanco, Nkoulou, Murru, Ansaldi, Segre, Linetty, Gojak, Verdi e Bonazzoli ha faticato a gestire la palla e ha patito il pressing del Lecce, ben disposto in campo e decisamente più padrone del proprio gioco. E infatti ad andare in vantaggio è stato il Lecce con Stepinski dopo 22 minuti con un’azione ben orchestrata alla quale il Torino non ha saputo opporsi. I granata hanno provato a reagire e hanno agguantato il pareggio con Lyanco dopo 17’ però poi nella ripresa non sono riusciti a riportarsi in vantaggio dovendo così andare ai tempi supplementari. Il Torino ha anche fatto possesso palla, ma ha faticato troppo poiché non riusciva ad aprire varchi nelle maglie del Lecce ce risultava compatto in fase difensiva e non disdegnava le ripartenze. Alla squadra di Corini si può imputare il fatto di essere mancata nella conclusione finale non riuscendo a sfruttare quanto costruiva. I ritmi a parte in qualche frangente non sono mai stati alti, anzi e si sono visti parecchi errori da parte di entrambe le squadre soprattutto in mezzo al campo. Con il Lecce che ha più riprese a ha pressato alto e il Torino che riusciva a gestire la situazione anche grazie ai cambi. L’ingresso in campo di Lukic per Murru (67’) ha permesso a Ansaldi di fare il terzino e non più la mezzala, che non è proprio il ruolo più adatto alle sue caratteristiche, Gojak la mezzala, che forse è più nelle sue corde, e Lukic ha così fatto il trequartista dove era già riuscito a cavarsela più che onorevolmente con il Sassuolo. Poi i successivi ingressi di Rodriguez per Ansaldi e di Rincon per Segre (89’) hanno immesso forze fresche così come quello nel primo tempo supplementare di Edera per Bonazzoli (93’). Rincon con la sua esperienza ha anche dato maggior peso specifico in un momento molto delicato della partita e infatti ha innescato il contropiede che ha portato al secondo gol di Verdi che ha sancito il passaggio del turno, prossimo avversario  la Virtus Entella.

Va detto che seppur il turnover abbia indubbiamente contribuito a rendere oltremodo difficoltosa la partita per il Torino Milinkovic-Savic, Singo, Segre e Gojak non hanno fatto male e tutti e quattro se la sono cavata chi meglio e chi un pochino meno. Ma resta il fatto che se già quando in campo vanno i cosiddetti titolari il Torino fatica tanto più lo fa se a giocare c’è un mix composto da giovani e alcuni titolari con l’aggiunta di qualche alternativa. Le difficoltà dei granata le si erano anche viste nelle quattro partite di campionato e persino quando ha fatto meglio nella gara con il Sassuolo sono bastati comunque dieci minuti a neroverdi per passare dall’essere sotto di due gol a pareggiare. Tutto questo indica che Giampaolo ha bisogno ancora di tanto tempo perché deve lavorare e molto sulle fondamenta per costruire un Torino che possa esprimere la sua idea di gioco e che si lasci alle spalle le difficoltà. Soprattutto al momento è fondamentale far giocare tutti nel ruolo più consono alle loro caratteristiche tecniche per far sì che i giocatori possano essere facilitati nell’esprimersi concentrandosi solo sul tipo di gioco e movimenti che vuole Giampaolo senza dover affrontare situazioni che possono metterli in ulteriore difficoltà. Il Torino ha bisogno di certezze, non tempo per gli esperimenti.