Il paradosso del Torino: tanti giocatori votati al gol ma segna poco
Arrivati all’undicesima giornata si può fare un primo bilancio e quello del Torino, 14 punti e 12° posto, è in linea con una squadra che ha cambiato parecchi giocatori e allenatore e che ha anche avuto un calendario iniziale non proprio favorevole, anche se questo non può essere un alibi. L’inizio difficile è stato superato con il cambio di modulo e il passaggio alla difesa a tre che ha permesso di renderla più solida diminuendo così il numero dei gol incassati. E indubbiamente va anche considerato il lavoro fatto da Baroni per diminuire le amnesie difensive che avevano causato tanti problemi e portato la squadra a ridosso della zona retrocessione.
Se adesso il Torino a livello difensivo sembra aver imboccato la strada giusta, non altrettanto si può dire per il potenziale offensivo eppure i giocatori votati all’attacco non mancano. Chi più chi meno ma sono in quindici che possono segnare o mandare un compagno in gol. Adams, Simeone, Zapata, Aboukhlal, Anjorin, Asllani, Casadei,Gineitis, Ilic, Ilkhan, Lazaro, Ngonge, Njie, Vlasic e Tameze. Pur considerando i problemi fisici avuti da alcuni, su tutti Zapata, Aboukhlal, Anjorin e Njie, il Torino ha segnato 10 gol, uno è stato un autogol, due sono stati realizzati dai difensori Coco e Maripán e in cinque partite nessuno ha segnato.
Il capocannoniere è Simeone con 4 reti, segue Adams con 2 e a quota 1 ci sono Ngonge, Coco e Maripán. Aggiungendo anche i due gol realizzati in Coppa Italia da Vlasic e Casadei si arriva a 7 giocatori che sono finiti sul tabellino dei marcatori: non proprio molti. Quasi tutti sono stati gol pesanti: due di Simeone hanno permesso di battere Roma e Napoli. Ancora Simeone con Adams e Coco ha fatto sì che la squadra ottenesse il pareggio con la Lazio. E sempre Simeone con Adams quello con il Pisa. Non ultima la rete di Maripán è stata fondamentale per la vittoria sul Genoa. Così come quelli di Vlasic e Casadei che hanno permesso di passare due turni in Coppa Italia.
Resta il fatto che per il potenziale offensivo che ha il Torino paradossalmente segna poco e infatti ha una media di meno di un gol a partita. Magari con il ritorno a pieno regime di Zapata la situazione migliorerà, ma a prescindere da questo servono maggiori sforzi e forse avere il coraggio di giocare con due punte per 90’, se il Torino vuole provare almeno ad arrivare nella prima metà della classifica.
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