Il dopo D’Ambrosio va affrontato senza indebolire la squadra

Senza Danilo il Torino a sinistra ha Pasquale e Masiello, anche se non hanno le stesse caratteristiche, ma a destra rimarrebbe senza sostituti per Darmian e Cerci, quindi almeno un uomo per questa fascia deve essere preso.
11.12.2013 08:16 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Il dopo D’Ambrosio va affrontato senza indebolire la squadra
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Non è Messi, non è Cristiano Rolando e forse neppure fondamentale ai fini del gioco del Torino come Cerci, però Danilo D’Ambrosio è per la squadra un elemento di valore, ancor di più se si considera che può giocare sia a destra sia a sinistra sia da terzino sia da esterno. Sostituirlo non sarà impresa facile, prima di tutto perché nel mercato di gennaio grandi affari è ben difficile farne e in secondo luogo in Italia ci sono ben pochi giocatori con le sue caratteristiche e anche all’estero non abbondano. Ormai è quasi certo che D’Ambrosio dopo la sosta natalizia non indosserà più la maglia granata, qualche clamorosa marcia indietro può sempre esserci, ma al momento non ci sono avvisaglie in tal senso. Quindi è legittimo chiedersi cosa farà il Torino Fc per evitare che senza questo giocatore la squadra risulti indebolita.

Lasciando perdere discussioni, legittime per carità, sul perché la dirigenza non abbia affrontato il caso D’Ambrosio alla fine dello scorso campionato per non ritrovarsi a ridosso della prossima sessione di mercato con il giocatore in scadenza a giugno e nella condizione di andar via a parametro zero, da affrontare con la massima urgenza c’è la questione se sarebbe possibile fare a meno di un suo sostituto. Francamente no, perché Danilo è utile con qualunque modulo abbia finora giocato il Torino dal 4-2-4 al 3-4-1-2 passando per il 3-5-2 e tutte le varianti possibili a questi schemi. Qualcuno potrebbe obiettare che nella rosa del Torino ci sono Pasquale e Masiello e che tutto sommato si potrebbe sopperire con loro fino alla fine del campionato. In teoria più o meno sì, ma ad esempio Masiello non ha le stesse caratteristiche di D’Ambrosio in quanto garantisce meno spinta in avanti e Pasquale agisce sulla fascia sinistra e non anche sulla destra e ne consegue che Salvatore e Giovanni non equivalgono esattamente a Danilo. Ipotizzando che nel mercato di gennaio sia impossibile trovare un giocatore con le stesse caratteristiche di D’Ambrosio la società deve almeno reperirne uno di discreta qualità e subito utilizzabile da Ventura che possa giocare a destra in modo che Darmian e Cerci abbiano un sostituto, oggi sarebbe Danilo, e per quel che riguarda la fascia sinistra con Pasquale, Masiello e all’occorrenza El Kaddouri o Farnerud una soluzione ci sarebbe.

La soluzione ideale sarebbe tenere D’Ambrosio fino a giugno, però questo implica o trovare un accordo per il rinnovo che permetta al giocatore di accasarsi altrove al termine del campionato in modo da approdare in una squadra che punta a traguardi più prestigiosi del Torino e che lui possa guadagnare di più del tetto massimo (850 mila euro all’anno) che Cairo ha individuato per mantenere i conti della società in ordine o un rilevante danno economico per il club se a fine stagione andasse via a parametro zero. Una parte dei tifosi ritiene che se D’Ambrosio non resta al Torino è un mercenario, ma non lo è affatto perché chiunque, anche chi lo accusa d’ingratitudine, se gli venisse offerta l’opportunità di andare a lavorare per un’azienda più prestigiosa e di guadagnare decisamente di più andrebbe di corsa e non rimarrebbe dove ottiene meno. Va ricordato che finora Danilo ha sempre onorato il suo contratto con il Torino e la maglia granata dando il massimo delle sue capacità e contribuendo a portare prima la squadra in serie A e poi a farcela rimanere e oggi a collocarla al settimo posto. A prescindere da qualsiasi considerazione, e di solito la verità sta nel mezzo, per il bene del Torino fino a quando D’Ambrosio sarà un tesserato della società granata, se fisicamente starà bene, sarà meglio mandarlo in campo in modo che fino all’ultimo possa dare il suo contributo, così come vale il detto pecunia non olet altrettanto valgono una buona giocata e un gol, anche se fatti da un giocatore che il giorno dopo indosserà un’altra maglia.