Il coltello dalla parte del manico ai giocatori: decideranno il futuro di Mihajlovic
Mihajlovic è a rischio esonero perché il Torino nelle ultime cinque partite ha rimediato solo due punti e con squadre, Verona e Crotone, che sono nella zona bassa della classifica, ma nonostante questo l’allenatore non solo si prende le sue responsabilità, ma continua a difendere i giocatori, infatti, ieri in conferenza stampa ha detto: “Ho fiducia nella squadra” e poi “Domani (oggi, ndr) qualcosa cambierò, ma non saranno bocciature bensì scelte, però, qualcuno mi ha deluso e si dovrà entrare in campo con un altro spirito. Tutti sono importanti, tutti hanno avuto possibilità di giocare e ce l’avranno, ma dipenderà da loro. Non c’è una bocciatura definitiva per nessuno”.
Mihajlovic difende anche il lavoro quotidiano dei suoi giocatori: “La squadra si è sempre allenata bene, però, più di qualche volta in partita non si è riusciti a fare quello che si doveva, ma ribadisco, la squadra si è sempre allenata bene, con grande intensità e voglia di mettere in pratica tutto ciò che si faceva, quindi, non ho nulla da rimproverare ai ragazzi. Non che sia mancato l’impegno, ma qualche cosa in più, quella rabbia, quello spirito, una reazione che c’era l’anno scorso”. Qualcuno potrà pensare che lo faccia per difendere il suo operato e quello del suo staff chissà, forse, può anche essere, ma comunque la difesa nei confronti dei giocatori c’è.
Per uno come Mihajlovic che non le manda a dire né in privato né in pubblico e per questo potrà essere applaudito da qualcuno quando le cose girano per il verso giusto, ma che viene messo sotto accusa appena non tutto fila liscio non è poco. Passa per un sergente di ferro l’attuale allenatore del Torino, ma non è uno che porta rancore o che n faccia dice una cosa e poi alle spalle un’altra, però, vuole che anche gli altri siano leali con lui. "Quest’anno non volevo più arrabbiarmi perché dovevamo passare alla fase successiva, la seconda, lavorando sui particolari poiché la squadra era più matura e avevamo preso giocatori di carattere che dovevano e potevano aiutare i compagni, infatti, all’inizio è stato così, poi dalla partita con il Verona si è inceppato qualcosa e, allora, dobbiamo ritornare alla fase uno quando si parla di atteggiamento, del dna del club, dove si mettevano in primo piano i principi morali”.
La difesa dei suoi uomini arriva agli estremi: “Non voglio fare processi pubblici perché non voglio cercare colpevoli per darli in pasto alla stampa e ai tifosi, quello che dovevo dire l’ho detto a modo mio e mi prendo le mie responsabilità poiché ho sbagliato alcune valutazioni, ma voglio che sia chiara una cosa: io vi posso raccontare minuto per minuto le notti insonni che passo quando il Toro non vince. Non è così solo adesso, mi capitava anche quando ero giocatore e quando allenavo altre squadre. Quando il Toro perde non dormo la notte e mi riguardo le partite due-tre volte e, poi, al mattino per scaricare la rabbia vado a correre per quindici chilometri. Pretendo dai giocatori non che chi non ha qualità se le inventi, ma che abbiano la mia stessa rabbia e che la settimana dopo sputino l’anima e ciò non sta succedendo”. Già perché Mihajlovic in questo momento ha solo un obiettivo e mette anche se stesso in secondo piano: “Il mio pensiero è rimettere il Toro in carreggiata, tutto il resto viene dopo”.
Adesso però tocca ai giocatori, che hanno il coltello dalla parte del manico, dimostrare altrettanta lealtà nei confronti del loro allenatore. Se non vogliono che Mihajlovic sia esonerato dovranno questa sera battere il Cagliari, squadra con tutto il rispetto assolutamente alla portata, e disputare anche una partita convincente sotto il profilo del gioco. Poi ci sarà la prossima domenica un’altra prova, molto più impegnativa al Meazza con l’Inter e forse il destino di Mihajlovic sarà proprio lì che verrà stabilito, ma in quel caso la decisione sarà più della società perché con la successiva sosta del campionato, per gli spareggi della Nazionale per l’approdo al Mondiale in Russia, ci sarà un po’ di tempo per dare all’eventuale nuovo allenatore la possibilità di conoscere la nuova squadra e d’impostare il lavoro. Beninteso che non sia già tutto stabilito e se anche il Torino vincesse con il Cagliari e pur giocando una discreta partita a prescindere dal risultato, senza quindi incappare nei soliti errori difensivi, di mira sotto porta e con un giro e/o possesso palla non redditizio, Mihajlovic fosse ugualmente esonerato.
E’ più facile cacciare l’allenatore, soprattutto uno come Mihajlovic che si è sempre esposto, che pretendere dai giocatori che facciano il lavoro per i quali sono pagati, così si è trovato il capro espiatorio e tutti gli altri possono continuare a vivere non assumendosi le proprie responsabilità e chi se ne frega se a farne le spese sarà il Toro disputando l’ennesimo campionato anonimo, tanto non c’è il rischio di tornare in serie B e i conti della società sono in ordine. E poi per i detrattori di Mihajlovic la scusa che se rimane lui alla guida della squadra il Torino non raggiungerebbe l’Europa e magari finirebbe pure per scivolare ancora più in giù in classifica è bella che pronta. Quando la ciurma si ammutina una volta prima o poi lo rifà, magari appena arriva il nuovo allenatore si dà un po’ da fare, però, alle prime nuove difficoltà si rimboccherà le maniche oppure ognuno finirà per pensare solo al proprio orticello?