Il centro classifica corto e affollato spinge il Torino a credere nell’Europa

Quattro punti separano il Torino dal quinto posto. Non andare su e giù fra i piani alti e quelli medio-bassi è l’obiettivo.
24.11.2015 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Il centro classifica corto e affollato spinge il Torino a credere nell’Europa
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© foto di Lorenzo Di Benedetto

La vittoria con l’Atalanta ha non solo riportato il Torino nella parte sinistra della classifica, ma anche, complici il passo falso del Sassuolo, che ha perso con il Genoa restando a quota ventidue punti, e altri risultati favorevoli, come le sconfitte della Sampdoria per opera dell’Udinese e del Milan per mano della Juventus e il pareggio della Lazio con il Palermo, hanno riportato i granata in corsa per il quinto posto, che garantisce, se conquistato, il tornare a disputare l’Europa League. Il ritorno alla vittoria, dopo sei turni con soli due punti conquistati, allontana gli spettri di una crisi che non era conclamata solo perché i quindici punti in classifica, che il Torino aveva prima della gara con l’Atalanta, collocavano comunque i granata in una posizione non così critica, poiché molte squadre si trovavano, e si trovano, in una manciata di punti.   

 Fondamentale per il Torino sarà la prossima partita con il Bologna e anche questa gara dovrà essere foriera di punti. Per rilanciarsi al Torino non basta la vittoria sull’Atalanta proprio perché la classifica é corta e affollata di squadre nella parte centrale, dal Sassuolo, quinto con ventidue punti, al trio formato da Palermo, Udinese ed Empoli, quattordicesimi con quindici, ci sono ben dodici squadre. Sassuolo (22); Juventus (21); Milan (20); Lazio (19); Torino e Atalanta (18); Chievo, Sampdoria e Genoa (16); Palermo, Udinese ed Empoli (15): più di mezza serie A in soli sette punti. Solo un filotto di risultati positivi porterebbe i granata ad avere un certo margine di sicurezza formando un solco più o meno piccolo oppure un po’ più grande secondo i risultati delle altre contendenti e pretendenti a un posto che garantisce l’Europa.   

Nell’ultima partita il Torino ha invertito parzialmente la rotta riuscendo a non subire gol e amministrando il vantaggio senza farsi rimontare. Quanto questo sia merito del Torino e quanto demerito dell’Atalanta lo dirà la gara con il Bologna. Sabato sul far della sera, fischio d’inizio alle 18, i granata dovranno continuare a rendere difficile agli avversari avvicinarsi alla porta di Padelli, se ci riusciranno, allora, vorrà dire che i problemi avuti nell’ultimo periodo in fase difensiva si stanno superando. Sarà fondamentale per invertire totalmente la rotta che anche gli attaccanti tornino a segnare, nessuna squadra che ha ambizioni internazionali può raggiungere i risultati che si è prefissata senza contare molto sui gol degli attaccanti. In tredici gare sono andati a segno solo sei volte: Quagliarella, quattro, e Maxi Lopez, due. Finora il Torino si è retto soprattutto sulle reti di centrocampisti e difensori, ben dieci sulle diciotto totali, con due autogol. Il bottino è misero, creare occasioni da gol e poi non realizzarli produce solo rammarico e nulla centra la sfortuna, se non s’inquadra lo specchio della porta e se non ci sono state deviazioni volontarie, è solo colpa di chi tira. Anche se si colpiscono pali e traverse vuol dire che la mira non è stata perfetta, quindi si tratta d’errore, piccolo finché si vuole, ma pur sempre errore c’è stato. Tornare a giocare in Europa passa inevitabilmente dal ridurre al minimo gli errori di mira e dal non avere più rimpianti.