Il campo dirà se il decalogo di Cairo funziona

Gli ultimi quattro punti del decalogo del presidente Cairo sono quelli che devono dare sviluppi per il futuro e saranno il metro di giudizio per valutare le mosse societarie.
11.02.2015 12:07 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Il campo dirà se il decalogo di Cairo funziona
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© foto di Federico De Luca

Le parole di Cairo sono innegabili perché quasi tutti i punti del decalogo si riferiscono a dati oggettivi e inconfutabili e sono concetti che il presidente del Torino aveva già espresso in altre occasioni. Di particolare interesse i quattro punti finali.

 

Ecco il decalogo (così come riportato sul sito ufficiale della società) che il presidente Cairo ha pronunciato in occasione della presentazione della partnership commerciale con lo sponsor Tecnoalarm: “1) Il Torino è tornato, dopo vent’anni, a essere protagonista in Europa. 2) Delle dieci partite sinora disputate in Europa League ne abbiamo vinte sei. 3) Nel ranking Uefa stagionale il Toro è davanti a realtà importantissime come Inter e Milan ed è a pari merito con la Roma. 4) In campionato abbiamo la quarta miglior difesa della serie A. 5) In classifica siamo attualmente all’ottavo posto, ma a sole quattro lunghezze dalla quarta posizione. 6) Il Toro ha dieci giocatori che militano stabilmente nelle rispettive Nazionali. 7) In serie B giocano, e spesso con un ruolo da protagonisti, dieci giovani che provengono dal nostro settore giovanile. 8) Il nostro organico è composto da venticinque elementi: ebbene, ad eccezione di El Kaddouri (che è in prestito, ma vantiamo il diritto di riscatto per l'acquisizione a titolo definitivo) e Ichazo e Gonzalez che sono appena arrivati, tutti gli altri sono calciatori di nostra proprietà. 9) La crescita del nostro settore giovanile è evidente, sia in termini di risultati che nella formazione dei talenti del futuro. 10) Con la vittoria del campionato Berretti abbiamo conquistato la stella ovvero dieci scudetti di categoria. Ciliegina sulla torta, il bilancio del Torino è in attivo, noi non abbiamo un centesimo di debito con le banche. I nostri debiti, legati alla campagna acquisti, sono fronteggiati da altrettanti crediti. In quasi dieci anni, quando sono stati commessi degli errori, li ho pagati di tasca mia ripianando le perdite con sessanta milioni di euro. Per tutte queste ragioni io penso che anche il tifoso più severo e critico possa essere orgoglioso di questo Toro”.

 

Gli ultimi quattro punti del decalogo sono i più interessanti e sono quelli che se daranno riscontri positivi affermeranno che le linee guida tracciate dalla società sono quelle giuste e porteranno il Torino a crescere ulteriormente in futuro. Per ognuno di questi tre punti del decalogo sono d’obbligo alcune domande alle quali il campo darà risposta. Nelle prossime due o tre stagioni quanti dei dieci giovani che oggi militano in squadre di serie B torneranno alla base per essere i giocatori del Torino del domani? O in alternativa, se per qualche motivo il Torino avesse già altri calciatori in quei ruoli ancor più validi di loro, militeranno in squadre di serie A? Sia i giocatori di proprietà sia quelli in prestito o in comproprietà, in quest’ultimo caso il solo Benassi, a fine stagione e nelle successive manterranno il Torino nella parte sinistra della classifica e continueranno a portare i colori granata in Europa? Il vivaio granata produrrà i talenti del futuro? I ragazzi che hanno vinto il campionato Berretti saranno ancora in granata quando avranno l’età per giocare in Primavera e poi continueranno la loro carriera anche in prima squadra? Quante più saranno le risposte positive date dal campo a queste domande tanto meno Cairo in futuro dovrà ripianare i debiti di tasca sua e tanto più potrà investire per avere un Torino che ambisce a traguardi sempre più prestigiosi.