I possibili addii di Falque, Laxalt e Bonifazi potrebbero essere un harakiri per il Torino

Sfoltire la rosa con la squadra che sta tornando in lotta per un posto utile per l’Europa lascia interdetti, tanto più che ai granata servono rinforzi sui quali non vi sono certezze.
16.01.2020 12:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Iago Falque Silva
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Iago Falque Silva
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il mercato in uscita più che sfoltire rischia di svuotare il Torino e senza certezze per quel che riguarda il rinforzare la squadra - in quanto vale la regola prima cedere e poi vediamo chi eventualmente prendere - non c’è certo da stare allegri, anzi. Nelle ultime ore, infatti, oltre alle voci degli addii di Bonifazi, Parigini, Millico, Zaza e forse anche Djidji e Meïté, sono accresciute le indiscrezioni sulle concrete possibilità che Falque e Laxalt lascino il Torino. Lo spagnolo, che dal dieci gennaio è rientrato in gruppo avendo superato il secondo infortunio stagionale, interessa alla Spal e il Torino non ha detto no come riportano più fonti, anzi si è detto disponibile a cederlo sembrerebbe in prestito, ma comunque a privarsene per il resto della stagione. Certo i due infortuni che lo hanno tormentato dal 25 luglio lo hanno sottratto a Mazzarri e si sa che dopo un periodo così travagliato non è facile ritrovare la migliore condizione fisica e rischierebbe nel Torino di avere ben poco spazio tanto più che con l’arrivo di Verdi un posto in attacco, con ruolo simile a quello ricoperto da Iago, è occupato dall’ex giocatore del Napoli. Fatte queste considerazioni, però, Falque dal suo arrivo al Torino è sempre stato un giocatore che il suo lo ha fatto e oltre a Belotti è stato il più prolifico in attacco, persino nella scorsa stagione quando qualche acciacco lo aveva già avuto soprattutto da aprile in poi, ma comunque non gli avevano impedito di realizzare 6 gol in campionato e 4 assist più altri 2 in Coppa Italia. Mentre Berenguer si era fermato a 2 reti e 3 assist in Serie A e 1 assist in Coppa Italia e Zaza, che per altro è una punta centrale, 4 gol e 3 assist in campionato e 1 altro in Coppa Italia.

Per quel che riguarda Laxalt è il Milan, detentore del cartellino dell’uruguaiano in quanto al Torino è solo in prestito, che vorrebbe cederlo in Spagna dove ci sono Eibar, Alaves e Maiorca che se lo contendono. Il Torino potrebbe riscattarlo ed evitare di perderlo, ma stante l’utilizzo che finora ne ha fatto Mazzarri 550 minuti spalmati in 14 partite in campionato più 126’ in Coppa Italia è difficile che la società granata decida di investire per comprarne il cartellino, anche se rimarrebbe con soli tre giocatori per le fasce, Ansaldi, De Silvestri e Aina, visto che Parigini, mai per altro utilizzato da Mazzarri, è in procinto di passare al Genoa.

Lo scenario è fosco tanto più che il Torino nelle ultime partite si è ripreso e la classifica inizia a sorridere: l’ottavo posto a due sole lunghezze dal sesto afferma che i granata hanno la possibilità di lottare per l’Europa League, che era l’obiettivo stagionale dichiarato dicendo che si voleva migliorare il settimo posto dello scorso campionato. Con le difficoltà e i passi falsi fatti dalla squadra nel girone d’andata non si può pensare solo a sfoltire soprattutto se ad andare via potrebbero essere giocatori come Iago Falque, che ritrovando la forma fisica se solo fosse poi utilizzato risulterebbe sicuramente un giocatore utile come ha ampiamente dimostrato di esserlo per il Torino. Certo c’è Verdi, ma finora il suo rendimento è stato sotto le aspettative e in termini di gol è ancora a quota zero e per quel che riguarda gli assist ne ha sfoderati tre in 1130 minuti giocati. E c’è anche Berenguer che ha sempre avuto un andamento altalenante, anche se in questa stagione sembra aver raggiunto una maggiore costanza di performance positive che si è tradotta in 5 gol più 1 altro in Coppa Italia, il rigore decisivo per il passaggio del turno, e 2 assist uno sempre in Coppa Italia e un altro nei preliminari di Europa League nella gara d’andata con lo Soligorsk. La domanda che sorge spontanea è: bastano Verdi e Berenguer a supportare Belotti tenuto conto che Edera, se resterà al Torino, è utilizzato da Mazzarri con il contagocce, finora per lui 21’ in campionato e che Millico e Zaza, che non sono esterni ma punte centrali, potrebbero andare via? E poi c’è anche una seconda fondamentale domanda: cedere Falque è una mossa lungimirante?

Discorso simile per Bonifazi, ovviamente il ragazzo vuole andare altrove perché alla sua età, 23 anni, non si può starsene in panchina quasi sempre, anche lui ha avuto qualche acciacco, ma non abbastanza per giustificare i 567 minuti giocato fra preliminari d’Europa League, campionato e Coppa Italia conditi con due gol, uno in Europa e l’altro in Serie A, che per un difensore che gioca pochissimo sono parecchi. Il Torino alla voce difensori, oltre a Izzo e Nkoulou ha Lyanco, che è tormentato dagli infortuni che si susseguono, Bremer, che è un ragazzo di prospettiva e ha fatto vedere un buon progresso, ma com’è naturale alterna ancora buone giocate a errori,  e Djidji, che a 27 anni, quindi, più che sufficientemente esperto, non sempre sfodera prestazioni convincenti. Anche Bonifazi qualche errore lo commette, ma siamo sicuri che se solo fosse utilizzato di più non potrebbe migliorare ulteriormente e, quindi, essere utile alla causa granata?

Avrebbe senso dare via i giocatori se ne arrivassero di più forti, ma i vari Younes (esterno offensivo del Napoli con pochissime presenze in questa stagione), Poveda (centrocampista offensivo del Mancherster City Under 23) e Wagué (difensore del Barcellona, ma quasi mai convocato in prima squadra) che potrebbero arrivare non sembrano giocatori migliori o già pronti subito per la Serie A di chi potrebbe andare via. Ci mancherebbe solo cedere Falque, Laxalt e Bonifazi e poi rimpiangerli e, soprattutto, dover a fine stagione constatare che il Torino non è riuscito a migliorare il settimo posto della scorsa stagione ed essere rimasto fuori anche dai preliminari d’Europa League.