Glik: "Pronto a firmare per altri cinque anni! Ventura è un padre calcistico. Con lo Zenit..."
Un calciatore, ma soprattutto un uomo vero. Un leader assoluto, forte sul campo e fuori. La scalata del Torino porta anche e soprattutto il nome di Kamil Glik, asse portante degli schemi granata e autore di ben sei gol. Numeri importanti che hanno inevitabilmente attirato le attenzioni delle big, ma lui è concentrato solo sul suo Toro e anzi è pronto addirittura a rinnovare il contratto. Ecco la sua intervista rilasciata all'odierna edizione del quotidiano La Gazzetta dello Sport: "Ho altri due anni di contratto con il Torino. Dovrebbero parlare con Cairo, perché la mia prima scelta è e resterà sempre il Torino. Io qui sto bene, sono felice. Sia chiaro, nella vita poi non si sa mai, magari dipende da fattori oggi sconosciuti, però sì, io qui sto benissimo, e oggi non prendo in considerazione un futuro lontano da Torino. Se me lo propongono, sono pronto a firmare per altri cinque anni".
Il record di gol - "So che Materazzi arrivò a quota 12 in passato, ogni tanto penso a quel record. Per ora mi accontenterei di superare il mio connazionale Boniek, che in campionato non andò mai oltre le sette-otto reti, mi sembra".
Il cammino in Europa League - "Quella di Bilbao è una vittoria storica, per il club e per tutto il calcio italiano. Ci ha dato la consapevolezza di essere anche noi nel calcio italiano che conta. E’ stato uno step fondamentale, un pieno di orgoglio e autostima. Lo Zenit è fortissimo, ma dipende da noi. Se giochiamo come sappiamo, il turno si passa. E se superiamo lo Zenit, poi sì che possiamo puntare alla finale di Varsavia".
Il rapporto con Ventura - "Per me è un padre calcistico. Mi ha fatto diventare uomo e calciatore. Sono fortunato ad averlo incontrato e di essere approdato in Italia, in un campionato unico per la crescita professionale. La Serie A è il massimo, chi sfonda in Italia sfonda ovunque: qui si diventa giocatore completo, tecnicamente e soprattutto tatticamente".
Manca la vittoria nel derby - "Ci siamo andati vicinissimi l’ultima volta, avremmo meritato i tre punti e invece ci siamo ritrovati a mani vuote per una magia di Pirlo. Però abbiamo segnato un gol, e non succedeva da parecchio tempo, magari chiuderemo il cerchio fra poco: non sarebbe male vincere nel nostro stadio, nella gara di ritorno".
La vittoria più bella della carriera - "La vittoria sulla Germania, lo scorso ottobre, nelle qualificazioni a Euro 2016. La prima volta in assoluto, davanti alla nostra gente. Erano in 60.000 a Varsavia. Questa è una sfida sempre particolare, ed è stato emozionante vedere tanta gioia attorno a noi".
La parentesi al Real Madrid e gli obiettivi - "Nel Real giocai nella squadra C. Bel gruppo quello: ci allenava Michel, e con me giocavano anche Callejon, Mata e Negredo. Obiettivi? Non mi pongo limiti, di certo mi piacerebbe essere in Europa anche nella prossima stagione".