Fila, casa dolce casa

Firmato l'atto costitutivo della Fondazione. Prossima tappa il riconoscimento della Fondazione da parte dell'ufficio regionale. I progetti architettonici possono essere presentati fin da subito. Gli inizi dei lavori non prima di due-tre anni.
29.03.2011 15:02 di  Elena Rossin   vedi letture
Fila, casa dolce casa
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© foto di Federico De Luca

L’atto costitutivo della Fondazione Stadio Filadelfia è stato sottoscritto. Il primo passo che porterà alla ricostruzione dello stadio del Grande Torino è stato fatto. Per partecipare all’inaugurazione del nuovo Fila però ci vorrà ancora parecchio tempo. Quantificare i giorni al momento è impossibile. I più ottimisti, e fra questi c’è Domenico Beccaria presidente dell’Associazione Memoria Storica Granata nonché fra i soci della Fondazione e uno dei due rappresentante dei tifosi nel consiglio di amministrazione, sperano di veder terminati i lavori in occasione del sessantacinquesimo anniversario della tragedia di Superga, ovvero il 4 maggio 2014. I più pessimisti si augurano che in una decina d’anni il Fila sia ricostruito. E’ più verosimile che in cinque-sei anni l’impianto verrà realizzato.

Ieri nella sede del Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata a Villa Claretta a Grugliasco, comune dell’hinterland torinese, alla presenza del notaio Francesco Vaglienti i soci fondatori hanno firmato l’atto costitutivo della Fondazione. In rigoroso ordine di firma si sono succeduti: Michele Coppola (assessore alla Cultura, Patrimonio linguistico e Politiche giovanili della Regione Piemonte), Giuseppe Sbriglio (assessore allo Sport, Grandi Eventi sportivi e Tempo libero del Comune di Torino), Giuseppe Ferrauto (consigliere Torino Football Club S.p.a), Andrea Voltolini (Presidente Comitato Dignità Granata), Domenico Beccaria (Presidente Associazione Memoria Storica Granata), Marco Montiglio (Presidente Centro Coordinamento Toro Clubs), Luca Clemente (Presidente Associazione Tifosi della Curva Primavera per il Campo Filadelfia), Paolo Reineri (Presidente Associazione Tifosi della Curva Maratona per lo Stadio Filadelfia), Gian Carlo Bonetto (Presidente Circolo Soci Torino Fc 1906), Rosario Rampanti (Presidente Associazione ex Calciatori Granata) e Gianni Bellino (Presidente Associazione Angeli del Filadelfia).

Assistere all’evento è stata una grandissima emozione, perché dal giorno in cui la casa della Gente granata era stata abbattuta erano passati ben 5001 giorni e in questo lunghissimo periodo il timore di non vederla mai più risorgere c’è stato. Grazie però alla caparbietà dei tifosi e all’interessamento delle istituzioni, prima fra tutte il comune di Torino con l’assessore Giuseppe Sbriglio che si è prodigato per estinguere le ipoteche, il pericolo è stato scongiurato. Un altro importante passo avverrà nei prossimi giorni, verosimilmente entro la fine di questa settimana, quando il consigliere regionale Gian Luca Vignale, vice presidente della Fondazione e membro del consiglio di amministrazione, porterà lo Statuto all’ufficio regionale per il riconoscimento delle fondazioni. Questa per la ricostruzione del Fila è una tappa basilare perché, fino a quando non sarà riconosciuta ufficialmente la Fondazione, non potranno essere ricevute donazioni e fatti atti formali. La Fondazione ha un consiglio di amministrazione che resterà in carica per l’espletamento degli adeguamenti necessari allo Statuto e per il riconoscimento della personalità giuridica fino al 31 luglio 2011. Il consiglio di amministrazione è composto da cinque membri: il presidente pro tempore della Fondazione Giuseppe Sbriglio, vice presidente Gian Luca Vignale, il legale rappresentante del Torino Fc Giuseppe Ferrauto e i rappresentanti dei tifosi Domenico Beccaria e Marco Montiglio.
 

La ricostruzione del Filadelfia non è solo doverosa nei confronti dei tifosi del Toro, ma di tutta la città e la Nazione perché il Fila rappresenta una parte della storia d’Italia incarnata dal Grande Torino, che subito dopo la seconda guerra mondiale con le sue gesta vincenti riuscì a innalzare lo spirito di un’intera popolazione, quella italiana, prostrata dal conflitto bellico internazionale e dagli scontri interni che portarono al passaggio dalla monarchia alla repubblica. Una volta ottenuto il riconoscimento la Fondazione avrà diciotto mesi di tempo per reperire i fondi necessari per finanziare i lavori. Occorreranno tra i dodici e i quindici milioni di euro per ricostruire il Fila; fin da oggi è possibile presentare i progetti, e il Comune ha già stanziato 3,5 milioni di euro, tre la Regione e altri tre sono stati promessi dalle fondazioni bancarie per completare la cifra necessaria, che dipenderà dal costo del progetto che verrà scelto, dovranno essere ancora trovati almeno altri 3,5 milioni di euro.

Grande commozione anche fra i soci fondatori al momento di apporre le firme davanti al notaio. “Una giornata e un momento storico importante – commentava Michele Coppola assessore regionale alla Cultura e candidato sindaco alla città di Torino -. La mia presenza sottolinea l’impegno del Presidente Cota e dell’assessore allo Sport Cirio, che in tempi non sospetti avevano garantito l’attiva partecipazione della regione Piemonte alla ricostruzione del Filadelfia. Ci vorranno diciotto mesi per trovare tutti i fondi necessari e speriamo che in due o tre anni i lavori possano iniziare”. Grande gioia da parte dell’assessore allo Sport Sbriglio, in quanto anche tifoso granata: “In questi ultimi anni, un passo alla volta, abbiamo mantenuto gli impegni. Avevo un po’ di timore che il 28 marzo non si riuscisse ad apporre le firme, ma grazie allo staff dell’amministrazione di cui faccio parte ci siamo riusciti. Un grazie sentito va anche a tutti i tifosi e alla cittadinanza che in tutti questi anni si sono adoperati per raggiungere questo obiettivo. Ora l’impegno di tutti dovrà continuare e auspico che un intervento sostanziale lo faccia il Torino Fc perché, oltre a Superga, è doveroso che un altro luogo simbolo dei tifosi granata, il Fila appunto, torni alla luce. Superga rimarrà simbolo di una tragedia, mentre il Fila dovrà diventare un centro di aggregazione gioiosa. Penso agli stimoli che potrebbe dare a un ragazzino, che anziché sostenere in un qualsiasi campo il provino per indossare la divisa del Toro lo facesse al Filadelfia, casa sportiva del Toro e storico monumento. La scorsa settimana ho assistito al derby per raccogliere i fondi da destinare alla ricerca per la cura della Sla e ho rivisto Leo Junior e mi ricordo quando al Filadelfia dopo gli allenamenti faceva entrare in campo i ragazzini per fare due passaggi”.

La solennità del momento era visibile nel brillio degli occhi di Marco Montiglio, presidente del Centro Coordinamento Toro Clubs, che con voce un po’ incrinata dall’emozione affermava: “Il primo passo è stato fatto, ma non dimentichiamoci del passato e di tutte le traversie per arrivare alla firma di oggi, dobbiamo vigilare. E’ doveroso rimanere tutti uniti e lo dico soprattutto ai tifosi granata, anche se questo è un momento difficile. Mi preme dire con chiarezza che ci aspettiamo un apporto decisivo da parte del Torino Fc. Pretendiamo che Cairo o chi gli succederà, visto che ha detto che vuole vendere la società, mantenga gli impegni che si sono sottoscritti con la costituzione della Fondazione”. Lapidaria la dichiarazione del rappresentate legale della società granata Giuseppe Ferrauto: “Non ho nulla da dire, la società parla con i fatti”. I commenti finali spettano al padrone di casa Domenico Beccaria: “Considero questa firma un gran premio della montagna. Tiriamo il fiato e facciamo festa, ma da domani (oggi per chi legge, ndr) torniamo a lavorare per reperire i fondi e individuare il progetto architettonico migliore. In materia ho un’opinione personale, vorrei che il Fila fosse ricostruito sul progetto originale del 1926 ovviamente tenendo conto che alcuni materiali come la tribuna in legno e l’eternit oggi non possono essere utilizzati perché non conformi alle leggi vigenti. Il Filadelfia deve essere il luogo dove si allenano le giovanili del Torino Fc per tutti i significati che comporta e anche la prima squadra dovrebbe usarlo come campo di allenamento: i brocchi non diventerebbero dei campioni, ma vivere il Fila comunque servirebbe. Nel nuovo Fila oltre ai due campi da gioco, agli spogliatoi e all’infermeria dovrebbe trovare dimora il Museo; qui a Villa Claretta abbiamo 650 metri quadri, ma purtroppo tanti cimeli non trovano spazio, anche se devo sempre ringraziare il sindaco e il comune di Grugliasco che ci ospitano. Per il Museo ci vorrebbero almeno mille metri quadri per collocare bene tutti gli oggetti che abbiamo e quelli che in futuro acquisiremo. Il Filadelfia, mi sia passato il paragone, era un agorà, un polo di aggregazione che apriva alle nove del mattino e chiudeva alla sera, non era solo un luogo di allenamento. Poteva definirsi il punto più alto di democrazia esistente infatti c’era il medico e l’operaio, lo spazzino e l’impiegato e tutti potevano liberamente esprimere le proprie opinioni calcistiche, ma non soltanto: si discuteva di tutto”.