Esame verità nelle prossime cinque partite: chi ama il Toro incroci le dita

L’inizio di stagione del Torino è stato molto deludete. Il passaggio del turno sofferto e di misura in Coppa Italia contro un’onesta e con qualche velleità squadra di Serie B, il Modena. Una sconfitta pesantissima all’esordio in campionato con l’Inter, un 5 a 0 frutto del non essere pervenuta in campo la squadra. E infine un pareggio a reti inviolate con la Fiorentina, avversaria ancora in fase di rodaggio. Tre gare che hanno evidenziato problemi in tutte le fasi del gioco, una mancanza d’identità strutturale, un modulo il 4-2-3-1 che è stato cambiato in corsa, dal secondo tempo della partita col Modena, con passaggio al 4-3-3, e ancor più dubbi di quelli che si avevano già sull’allestimento e sul valore della rosa. Tante, anzi troppe cose che non lasciano tranquilli i tifosi.
Adesso, dopo la sosta per gli impegni della Nazionale, inizia per Baroni e la squadra granata un mese cruciale con cinque partite Roma in trasferta (14/9), Atalanta in casa (21/9), Pisa (25/9) in Coppa Italia con partita secca al Grande Torino, e altre due trasferte con Parma (29/9) e Lazio (4/10), il tutto prima della nuova sosta del campionato. Sorgono spontanee due domande: che T orino sarà? E quanti punti riuscirà a fare con annesso passerà il turno in Coppa Italia? In teoria eliminare il neo promosso in Serie A Pisa, con tutto il rispetto per i toscani, è quasi un obbligo e riuscire a fare almeno quatto punti in campionato è sotto la soglia del minimo sindacale.
Questo periodo di sosta ha permesso di recuperare Ismajli, infortunatosi prima della partita col Modena. Di mettere in condizione Anjorin, ”Era previsto un percorso graduale per il suo inserimento – disse Baroni prima del match con la Fiorentina - sta crescendo sia dal punto di vista fisico sia da quello tecnico”. Soprattutto di aumentare la tenuta atletica di Zapata, che dopo la guarigione dal grave infortunio deve raggiungere il top della forma. Di iniziare a integrare l’ultimo arrivato Nkounkou, il terzino sinistro prelevato dall'Eintracht Frankfurt il primo giorno di questo mese. Ma l’assenza di 11 giocatori, Adams, Asllani, Coco, Gineitis, Ilkhan, Ilic, Israel, Maripán, Masina, Pedersen e Perciun che hanno risposto alle chiamate delle rispettive Nazionali, non ha di certo aiutato nell ricerca dell’ottimale struttura, nel provare schemi di gioco e soluzioni tattiche e neppure amalgamare meglio i nuovi, Israel, Ismajli, Anjorin, Asllani, Ngonge, Aboukhlal e Simeone.
Baroni sta lavorando contro il tempo sia per rendere più solida la difesa sia per avere un centrocampo che dia equilibrio e anche per mettere l’attacco nella condizione di segnare più gol. Praticamente a campionato iniziato deve fare quello che normalmente si fa durante la preparazione estiva, un problema che già l’anno scorso aveva avuto Vanoli che però era riuscito ad avere un avvio di stagione molto positivo con anche lui il passaggio del turno in Coppa Italia, eliminando il Cosenza, e soprattutto in campionato ottenendo 11 punti nelle prime 5 partite (pari con il Milan, vittorie con Atalanta e Venezia, altro pari con il Lecce e ulteriore vittoria con il Verona) qualche gol di troppo ed evitabile era stato preso, 5 in tutto, ma quella squadra sopperiva segnando, 8 le reti, e infatti dopo 5 giornate era prima in classifica in solitaria cosa che poi ha permesso di non sprofondare del tutto quando, complice anche l’infortunio di Zapata, la squadra aveva vissuto un periodo difficile con l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano dell’Empoli e soprattutto nelle successive 12 partite di campionato con soli 8 punti ottenuti (8 sconfitte, Lazio, Inter, Cagliari, Roma, Fiorentina, Juventus, Napoli e Bologna; 2 vittorie, Como e Empoli; 2 pareggi, Monza e Genoa; 16 gol subiti e 9 fatti) prima di iniziare a riprendersi e risollevarsi in classifica a partire dal secondo tempo con l’Udinese, il 29 dicembre, con il cambio di modulo dal 3-5-2 al 4-2-3-1 e molto prima che arrivassero i rinforzi dal mercato invernale, Elmas il 30 gennaio, Casadei il 2 febbraio e il giorno successivo Biraghi e Salama.
Che dire? Incrociare le dita. C’è solo da augurarsi che mister Baroni riesca nel più breve tempo possibile a dare una quadra alla squadra e che i giocatori lo seguano, senza risentirsi per le rotazioni e lo stare in panchina, dando il massimo in campo in modo da evitare che ai primi di novembre il Torino si ritrovi nei bassifondi della classifica.
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