Enrico Annoni: "Il Toro deve andare a Verona per vincere"
Abbiamo intervistato in esclusiva Enrico Annoni, difensore del Torino dal 1990 al ‘94 e attualmente corre in moto, organizza gare automobilistiche e partecipa a rally nel deserto e per quel che concerne il mondo del calcio si diletta a scovare talenti. Con Tarzan, il suo soprannome da calciatore, abbiamo parlato del Toro. Petrachi ha allestito una buona squadra e Ventura ha l’esperienza per portare i granata in A. Il Verona deve temere il Toro per i risultati che finora hanno ottenuto i granata. Il Toro è come la Ducati Superbike.
E’ stupito nel vedere il Torino primo in classifica dopo otto giornate?
“No, perché quest’anno a Petrachi si sono date maggiori possibilità di operare sul mercato, dopo che l’anno scorso aveva già fatto esperienza in tal senso e quindi ha potuto prendere buoni giocatori. Inoltre è stato ingaggiato un allenatore come Ventura, non che quelli degli anni precedenti fossero di livello inferiore, ma che in gergo calcistico è più navigato ed è un allenatore che ha già ottenuto delle promozioni e sa come impostare il programma di lavoro per poter andare in serie A”.
Tutti concordano nell’indicare Ventura come colui che ha risollevato il Toro sia perché è capace di ottenere dalla società quello che gli serve sia perché sa trattare con i giocatori. Ma quanto influisce l’allenatore nei successi di una squadra?
“Almeno il trenta-quaranta per cento, il resto lo fanno i giocatori. Però deve essere un allenatore molto bravo e credibile in quello che insegna, perché se un giocatore avverte che l’allenatore non è convinto delle sue teorie di gioco è meno disposto a seguirlo. Adesso gli allenatori devono essere molto credibili perché i moduli alla fine sono sempre gli stessi e un giocatore che milita da qualche anno in A o in B li conosce, quindi per seguire le indicazioni del mister deve ricevere degli insegnamenti ben precisi sui movimenti che deve effettuare in campo, di conseguenza l’allenatore deve sapere esattamente quello che vuole in ogni momento da tutti i suoi giocatori”.
Oggi si giocherà con il Verona e nelle precedenti trasferte i granata sono sempre tornati con i tre punti, secondo lei che partita sarà?
“Il Toro deve vincere se vuol puntare a tornare in A. Non sarà una gara facile perché il Verona ha un allenatore, Mandorlini, che anche lui ha molta esperienza di serie B e la piazza stessa può essere paragonata a quella granata. Anche loro sono stati parecchi anni in B arrivando persino alla Lega Pro, hanno avuto problemi societari e non dimentichiamo che i gialloblu hanno vinto uno scudetto, anche se sono ormai passati molti anni (stagione 1984-85, ndr). Però il Toro non deve guardare in faccia a nessuno, in fin dei conti il Verona avrà un po’ di timore visto che i granata hanno la difesa meno trafitta con soli quattro gol subiti, hanno fatto sei punti nelle ultime due partite, hanno conquistato tutti i punti a disposizione nelle trasferte precedenti e in assoluto non hanno mai perso. Secondo me la squadra che deve stare attenta è il Verona”.
Sarà l’anno buono per tornare in A o è troppo presto per dirlo?
“Io spero di si e mi piacerebbe molto che il Toro tornasse in serie A e ricominciasse ad avere i risultati che abbiamo avuto noi ai tempi quando giocavamo in serie A. E potrebbe essere l’anno giusto se, non tanto l’allenatore, ma tutti i giocatori rimangono concentrati su questo obiettivo. Perché è facile quando tutto va bene lasciarsi un po’ andare, ma in B appena cala un po’ la concentrazione cominci a perdere una partita o due e poi è difficile tornare alla mentalità vincente che avevi all’inizio. Diciamo che partendo come è partito il Toro quest’anno è già un buon inizio”.
Lei che è un appassionato di moto, anzi ben più che un appassionato, a che tipo di moto paragonerebbe questo Toro?
“A una Ducati, ma a una Superbike e non alla Moto Gp perché quest’anno la Moto Gp con Valentino Rossi non ha fatto bene, invece la Superbike ha vinto il mondiale ….. è un buon augurio”.