Doppio riscatto a Udine: Vanja para le critiche e Pellegri segna contro gli scettici

25.10.2022 09:15 di  Emanuele Pastorella   vedi letture
Doppio riscatto a Udine: Vanja para le critiche e Pellegri segna contro gli scettici
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Un portiere che para, un attaccante che segna: è la regola più semplice, e più vecchia, del gioco del calcio. Ed è valsa anche per il Toro, tornato finalmente ad esultare a distanza di 48 giorni dall’ultima volta. Le firme? Proprio dell’estremo difensore e della punta, i grandi protagonisti della trasferta a Udine. Vanja Milinkovic-Savic e Pietro Pellegri si sono presi tante rivincite, con il serbo che ha messo in cassaforte i tre punti con un miracolo a tempo scaduto e il classe 2001 che ha realizzato il gol partita. “Ho avuto tante difficoltà per i continui infortuni nelle passate stagioni, ora sto lavorando per avere la continuità di cui ho bisogno” il commento a caldo di Pellegri, al secondo gol in meno di una settimana dopo un digiuno di due mesi in coppa Italia e addirittura di sei in campionato. “Nelle altre partite abbiamo giocato bene ma c’è stata un po’ di sfortuna: lavoriamo tanto in settimana, il mister è un grande allenatore e lo seguiamo” ha ancora aggiunto l’attaccante, che ormai sembra aver superato in tutto e per tutto Sanabria. Ora va gestito considerando i tanti infortuni che ne hanno bloccato la carriera, ma Pellegri si candida a diventare il nuovo 9 granata: "Io mi auguro che questo ragazzo non si faccia più male e che trovi continuità, ha fatto un gol da grande attaccante" dice Juric sul suo numero 11.

Sognando Ibra
Dall’altra parte del campo, invece, Milinkovic-Savic ha aggiunto un’altra prestazione positiva alla lunga lista. “E’ un portiere super quando è concentrato perché para, guida la difesa ed è sul pezzo, mentre con l’Empoli è andato in difficoltà perché abbiamo subito poco” l’analisi del tecnico sull’estremo difensore, ancora protagonista di qualche alto e basso di troppo. A Udine, però, ha parato anche le critiche, ma da piccolo provava a fare gol invece di evitarli come oggi: “Sì, fin verso i 12 anni giocavo in attacco ed ero anche forte: avessi continuato sarei diventato il nuovo Ibrahimovic” racconta Milinkovic-Savic. E perché è retrocesso fino in porta? “Sono sempre stato pigro, non avevo voglia di correre” ha raccontato tra le risate a Torino Channel. Intanto, però, si è preso i pali del Toro e ora punta quelli della Serbia al Mondiale: sarebbe una grande soddisfazione a soli 25 anni.