De Silvestri: "La Juve è un Gran Canyon da scalare, ma noi siamo scalatori..."
Lorenzo De Silvestri ha rilasciato una lunga intervista a Dazn, dove ha ripercorso alcune fasi della sua carriera e si è concentrato sul prossimo derby.
L'ex laziale, nonostante sia un difensore, ha, per così dire, il vizietto del gol, ma non ha ancora segnato in un derby e la cosa lo alletta: "Ci vorrebbe un gol nel derby, sono stato fortunato a viverlo in tre città diverse: Roma, Genova e Torino. Sono partite particolari, questa intervista magari mi porterà fortuna. Un sogno? All'ultimo minuto lancio di Rincon per De Silvestri, che la mette in mezzo per uno tra Belotti, Zaza, Iago Falque. E poi si fa gol. Sarebbe il finale migliore".
Sulla Juve ci sono pochi dubbi: "E' un Grand Canyon da scalare, anche se il Toro è una squadra di scalatori. Quando lo scalatore dà il massimo può anche non arrivare in vetta ma se sa di aver dato tutto, ha vinto la propria scalata".
Riguardo alla sua annata migliore De Silvestri ha scelto quella passata: "L’anno scorso per me è stata la miglior stagione della mia carriera, sono andato in gol tantissime volte, sono riuscito a giocare tante partite dopo il brutto infortunio al ginocchio che ho avuto. E poi ho scoperto anche una società che è come una famiglia, con delle persone che fanno un lavoro che si vede poco ma fondamentale. Il Torino migliora stagione dopo stagione anche grazie a loro".
Ripercorrendo a ritroso la sua carriera, il granata ha sottolineato: "All’inizio della mia carriera avevo altri pensieri, ero più interessato a me stesso. Ora cerco di essere di esempio, un punto di appoggio per i miei compagni. Ho cambiato tantissime squadre e tantissime città e per questo devo dire grazie al calcio. Ho vissuto esperienze diverse, ho conosciuto tante persone e mi sono fatto un background culturale importante. Se ci ripenso ero un bambino quando ho iniziato in Serie A".
Infine De Silvestri ha svelato una passione che potrebbe portarlo magari ad una nuova attività nel mondo dello sport: "Studio il cervello degli atleti, secondo me la psicologia applicata al cervello è importantissima perché il calcio è uno sport di squadra ma dentro ci sono degli individui che vivono fasi diverse della vita e quindi credo molto nella motivazione".