Darmian: “Società interessate a me? Ho le mie idee e le ho dette a Cairo”
Il nazionale da pochi giorni si è aggregato alla squadra e ha visto tutti i compagni vogliosi e determinati. Per lui l’Europa League è uno stimolo in più.
Prima di tutto ben tornato e complimenti per quello che ha fatto al Mondiale in Basile.
“Grazie”.
Com’è stato il ritorno e come si sta trovando in questi primi giorni di allenamento?
“Sicuramente positivo, io sono arrivato dopo ma ho visto da parte di tutti, sia dei nuovi sia di chi c’era già una grande voglia di ricominciare”.
Fisicamente sta bene? L’abbiamo vista correre veramente tanto.
“Sì, è normale. Ho fatto un po’ di vacanze e ho staccato un po’ da tutto e adesso chiaramente riprendo a correre”.
Che cosa le ha lasciato l’esperienza del Mondiale?
“E’ stata un’esperienza importante. E’ arrivata ed è passata molto in fretta, è stato così veloce che quasi non ci credevo: prima la convocazione, poi mi sono ritrovato a giocare da titolare. E’ stata una bella emozione e ho provato belle sensazioni, che sicuramente porterò con me per tutta la vita, peccato per com’è andata, forse si poteva fare un po’ meglio”.
Pensa di aver acquisito in Brasile maggiore personalità, convinzione e sicurezza?
“Sì, aiuta tanto disputare partite internazionali contro giocatori comunque forti. Aiuta sì, fa crescere e aumenta la sicurezza e la consapevolezza nei propri mezzi”.
Si discute tanto In Italia sul fatto che i giovani calciatori hanno poche opportunità per emergere, lei è cresciuto nel settore giovanile del Milan ma è dovuto andare altrove per trovare spazio e affermarsi in prima squadra. Che cosa manca al calcio italiano da questo punto di vista?
“Quando sono andato via dal Milan la scelta è stata presa di comune accordo con la società. Siccome trovavo poco spazio in prima squadra avevo la volontà e la necessità di giocare. Poiché volevo misurare le mie potenzialità sono andato a fare esperienza e non rimpiango nulla delle mie scelte. Ho giocato, sono cresciuto e sono arrivato dove tutti sapete, quindi sono contento. Non so perché i giovani calciatori trovano poco spazio forse si dà loro poca fiducia soprattutto a quelli che provengono dal settore giovanile. Magari adesso stiamo vivendo un periodo di transizione del calcio italiano e ciò che accade rispecchia l’andamento della società, dove c’è crisi e ci sono sempre meno soldi e forse questo sarà un incentivo maggiore a puntare sui giovani”.
Tornando al Torino, come ha trovato la squadra senza Immobile ma con Quagliarella?
“Mi sono allenato poco con la squadra in questi giorni perché ho svolto soprattutto un lavoro differenziato per riprendere la condizione, però come ho detto, ho visto i ragazzi molto vogliosi e determinati e questo credo sia importante”.
Fra cinque giorni il Torino debutterà in Europa League, sarà un’emozione diversa da quella del Mondiale, ma, a prescindere se giocherà titolare o no, come vive questa realtà molto importante per la squadra?
“Giocare partite di livello internazionale è sempre bello e importante perché ci si confronta con realtà prestigiose e questo fa piacere ed è uno stimolo in più”.
Dopo il Mondiale molte società l’hanno messa nel mirino, ma lei ha deciso di restare al Torino. Ci dice le motivazioni di questa scelta?
“Fa piacere che ci siano società interessate a me, ma ho avuto modo di parlare con il presidente Cairo e lui sa quali sono le mie idee”.
La decisione di restare è stata apprezzata molto dai tifosi.
“Sì, sì assolutamente”.