Concentrazione, determinazione e grinta: il cocktail del Toro per contrastare il Milan
Altra sfida con una big per il Torino che insegue una vittoria che finora gli è sempre sfuggita, alle volte per un soffio altre per superiorità degli avversari. Domani sera con il Milan davanti al proprio pubblico e in uno stadio che se non sarà sold out ben poco ci mancherà, saranno anche tanti i rossoneri vista la poca distanza che separa il capoluogo meneghino da quello piemontese, Ivan Juric con i suoi ragazzi proverà appunto a conquistare i tre punti, ma non sarà facile vista la solidità della squadra di Stefano Pioli e la possibilità che ha di sopperire alle assenze vendo una panchina ben rifornita.
Juric dovrà fare a meno di Ola Aina che proprio sul più bello, quando finalmente aveva sfoderato prestazioni di livello si è infortunato e tornerà nell’anno nuovo a gennaio, e resta il dubbio su Sanabria che ieri ha svolto lavoro personalizzato per il riacutizzarsi del problema al soleo e se tutto andrà bene potrebbe essere convocato, ma molto difficilmente lo si vedrà in campo dal primo minuto. Due assenze che possono essere sopperite, ma che comporteranno qualche cambiamento. Chance quindi sulle fasce per rivedere titolare uno fra Vojvoda, in vantaggio, e Singo e spazio in avanti per Pellegri, dopo le reti messe a segno in Coppa Italia al Cittadella e nel turno scorso di campionato all’Udinese.
Per fare punti con il Milan il Torino dovrà fare la partita perfetta: bando agli errori difensivi e massima precisione nei tiri in porta, ma serviranno anche tanta concentrazione, determinazione e grinta. E come un perfetto cocktail il Torino dovrà essere equilibrato nella fase difensiva e offensiva calibrando bene aggressività e accortezza, strutturato solidamente in ogni reparto e risultare giustamente mixato fra inventiva, visione del gioco e capacità di manovrare palla, occupare gli spazi e saper creare la superiorità numerica in attacco in modo da avere un gioco redditizio. Il Torino dovrà impedire al Milan di fare il suo gioco e allo stesso tempo di proporre il proprio. Una sfida anche a se stesso, oltreché all’avversario, che se vinta può dare quella consapevolezza e autostima che cambiano le prospettive.