Con il Cholito il Torino ha un attacco “veramente potente” per cui Cairo vuole che “produca”. Intanto il presidente non molla e non demorde

Con il Cholito il Torino ha un attacco “veramente potente” per cui  Cairo vuole che “produca”. Intanto il presidente non molla e non demordeTUTTOmercatoWEB.com
Urbano Cairo
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Oggi alle 12:00Primo Piano
di Elena Rossin
fonte Elena Rossin

Con Simeone il Torino è “al 95%”, parola di Urbano Cairo. E Adams gli cede il numero 18.  “Abbiamo un attacco veramente potente, ho una gran voglia di vederlo” ha detto il patron granata al “Trofeo mamma e papà Cairo”. E ha aggiunto, come si legge su La Gazzetta dello Sport: “Abbiamo sei attaccanti tutti di altissimo livello, sono sei per quattro posti ragionando sul modulo 4-2-3-1. Sto parlando di Ngonge, Aboukhlal, Adams, Vlasic, Zapata, Simeone, ma nel discorso inserisco anche Njie (che per la verità è infortunato come da report medico di ieri: quadro distrattivo parziale del muscolo ileopsosas di sinistra, ndr) che è un giovane dal grande talento. Quindi sette. Possiamo giocare anche con il 4-4-2, e avremmo anche in quel caso delle alternative di grandissima qualità”.

Questo significa che Cairo vuole risultati visto che ha fornito a mister Baroni legna con la quale fare fuoco, anche se il presidente del Torino non si sbilancia sugli obiettivi della squadra rimanendo sempre vago in tal senso, ma facendo chiaramente capire che vuole di più dei risultati degli anni scorsi. Per cui ora è l’allenatore che deve ottenerli dalla squadra. “Io non mi voglio esaltare, sono contento che abbiamo tutti questi giocatori così forti. Dobbiamo far sì che questo attacco produca. Siamo qua per fare meglio e per migliorarci dopo l’ultimo campionato. Lasciamo che il campo dica se le scelte fatte siano state quelle giuste per puntare più in alto”.

Per correttezza, va detto che rispetto alle sessioni di mercato precedenti il Torino è stato più generoso e anche più rapido nel fornire i giocatori che servivano all’allenatore. Due Anjorin e Ismajli erano già presenti il primo giorni di ritiro a Prato allo Stelvio. Poi si è unto anche Ngonge la sera del terzultimo giorno. E al ritorno a Torino Baroni ha ricevuto anche Israel e Aboukhlal, entrambi prima che finisse il mese di luglio. E adesso è arrivato anche Simeone a undici giorni dalla prima partita ufficiale, In Coppa Italia con il Modena. Però va anche detto che mancano ancora due giocatori, lo stesso Cairo li aveva promessi a Baroni il giorno della presentazione del mister. Con Simeone  “abbiamo fatto un passo importante, adesso siamo davvero al 95% dell’organico. Il mister Baroni è molto contento, tutti molto motivati: dobbiamo lavorare affinché questa squadra ci dia dei risultati adeguati. Va anche ricordato che il presidente aveva anche detto che: “Avendo davanti ancora un mese non si possano fare altre cose anche migliori. … vogliamo cercare di vedere con attenzione le opportunità perché con gli ultimi tre giocatori vogliamo fare come si è fatto prima, perché le scelte fatte sono state lungamente ponderate e meditate. … Se usciranno giocatori, dipende dove, sicuramente faremo intervinti per sostituirli”. E su quest’ultima cosa aveva ben specificato: “In questo momento a centrocampo abbiamo sei giocatori, Anjorin, Ricci, no Ricci (venduto al Milan lo scorso 3 luglio, ndr) voglio bene a Samuele, Ilic, Casadei, Gineitis, Tameze e Ilkhan, è evidente che non è che... Mentre invece in difesa abbiamo quattro difensori centrali, Maripán, Coco, Ismajli e Masina, quindi è chiaro che se lì ne uscisse uno dovrebbe immediatamente entrarne un altro”.

Rispetto al 90% della rosa completa con già tutti i titolari, aveva specificato il patron granata, del 1° agosto, quindi di sette giorni fa, per avere un organico totalmente finito mancano ancora un terzino sinistro e un esterno d’attacco. Cosa che anche ieri Cairo ha confermato: “Un terzino sinistro, un esterno d’attacco e una carta coperta. Il nostro obiettivo era prendere Simeone, che era la mia carta coperta: quando parlai della carta coperta pensavo proprio a lui. Fortunatamente è arrivato, sono contentissimo”. Sul possibile ritorno di Elmas il presidente non si è sbilanciato: “Il ritorno di Elmas? Oggi abbiamo tanti attaccanti esterni che sono dei titolari dappertutto, però poi vediamo … Il mercato presenta sempre delle sorprese”. Ma quindi i tifosi e Baroni sanno già che il terzino e l’esterno d’attacco saranno delle alternative ai titolari.

Al netto che i giocatori presi rendano per quanto si spera e che nessun infortunio metta i bastoni fra le ruote sembrerebbe che al Torino tutto vada per il meglio, a meno che poi non ci siano dei ripensamenti o persistano problemi del passato. Perché Coco, che l’anno scorso aveva avuto un rendimento non del tutto convincente, sembrava che dovesse accasarsi allo Spartak Mosca, ma il Torino ha chiesto troppo, 18-20 milioni a fronte di un’offerta di 15, e il club russo ha virato su Carlos Cuesta Figueroa del Galatasaray e comunque non è disposto a spendere una tale cifra per Coco. E il cambio in porta fra Milinkovic-Savic e Israel e una difesa in parte cambiata, via Walukiewicz e dentro Israel e con Lazaro che quasi certamente sarà arretrato sulla linea difensiva, è da vedere se sarà più solida di quella dell’anno scorso che più di una volta ha incassato gol evitabili per errori individuali e collettivi. E poi ovviamente va capito se il reparto offensivo saprà essere più prolifico di quello degli anni passati, vero tallone D’Achille della squadra granata. Per la cronaca, Idzes, fra i difensori seguiti dal Torino, sta per accasarsi al Sassuolo. Infine è da comprendere se sarà mantenuta la promessa di prendere ancora un terzino sinistro e un esterno d’attacco e che prima della chiusura del calciomercato non si ceduto nessun giocatore chiave. Infatti c’è chi teme che Adams possa alla fine essere dato via per un’altra plusvalenza, era svincolato quando il 23 luglio del 2024 fu preso.

Cairo ieri  ha anche puntualizzato sulla sua permanenza al Torino e se in futuro qualche altro membro della sua famiglia potrebbe diventare presidente del club:  “E’ un mestiere difficile quello del presidente, non so se augurarlo a uno dei miei figli. Io lo faccio volentieri, perché è per me una passione. Non mi do mai per vinto. Nonostante siamo reduci da una stagione in cui mi hanno contestato, ho cercato di fare sul mercato molto meglio rispetto alle sessioni precedenti. Io non mollo e non demordo”.