Ci si può accontentare del pareggio del Torino con la Juventus, ma è mancato un po’ di coraggio
E’ una questione di prospettive. Se si pensa che il Torino non esce dallo stadio della Juventus senza subire gol com’è avvenuto ieri sera bisogna risalire al 26 febbraio 2008. E per vedere due derby di fila pareggiati alla stagione 2001-‘02, 14 ottobre e 24 febbraio. Per una vittoria del Torino si deve indietreggiare fino al 24 aprile del 2015 e per una in casa della Juventus addirittura al 9 aprile del 1995. Quindi lo 0 a 0 nel derby di ieri sera può considerarsi un risultato positivo, ma resta il dubbio che forse i granata avrebbero potuto fare o almeno osare di più.
La Juventus ha fatto possesso palla, ma spesso si è infranta sul muro difensivo eretto dal Torino formato da Ismajli, Maripán e Coco, che non hanno quasi mai commesso errori e sono stati molto attenti, o in ultima istanza Paleari che con le sue parate ha negato il gol agli avversari. Di fatto i bianconeri sono risultati spuntati e con un gioco abbastanza prevedibile, anche perché i ritmi non sono stati alti e come ha detto lo stesso Spalletti a fine partita: “Sono mancate qualità e fantasia”. Il Torino già con la formazione iniziale è come se avesse dichiarato: prima non prenderle e poi semmai si prova a darle. Simeone unica vera punta di ruolo supportato da Ngonge con in panchina Adams poi entrato nella ripresa. Casadei, Ilic e Valsic hanno presidiano il centrocampo, ma lasciando la manovra agli avversari. La squadra ha atteso compatta nella propria metà campo, rimanendo sotto palla, il momento per ripartire. Baroni e Colucci, c’era quest’ultimo in panchina poiché Baroni era squalificato, hanno letteralmente ingabbiato Yildiz raddoppiando, triplicando e anche quadruplicando le marcature su di lui quando entrava in possesso della palla.
Eppure il Torino ci ha provato a segnare con Coco (24’), Simeone (31’) e Conceição (40’) nel primo tempo, per la verità anche la Juventus con Koopmeiners e Thuram (30’) e poi con Conceição (40’) e Vlahovic (45’). Vanno messe nel novero anche le occasioni sventate dai difensori granata, Locatelli (2’), Conceição (7’), Yildiz (14’ e 36’), McKennie (21’), Koopmeiners (25’), Vlahovic (26’, 29’ e 38’), e dai giocatori bianconeri, Pedersen (5’) e Ilic (12’).
Nella ripresa di fatto la musica non è cambiata. Un gol annullato per fuorigioco a Simeone (49’) e ancora occasioni sventate dai difensori granata, Yildiz (50’, 53’, 75’), Zhegrova (65’, 68’, 78’ e 91’), David (77’ e 95’), Locatelli (83’), Cambiaso (92’), Openda (93’) e Adžić (94’). E altre parate di Paleari, David (67’ e 82’) e Yildiz (73’), e anche da Di Gregorio, Simeone (60’), Adams (51’, 57’, 63’ e 82’). La difficoltà a segnare è stata un po’ il leitmotiv che ha accomunato le due squadre in questo derby.
Baroni ha ragione quando nel post partita ha commentato, come riportato da Tuttosport, la gara: “Nel primo tempo siamo stati un po’ troppo attendisti, ma dopo l’intervallo siamo tornati in campo con un altro piglio. La squadra è cresciuta, ha palleggiato di più, è stata più aggressiva: il messaggio trasmesso negli spogliatoi è passato. Asllani ci ha dato quel palleggio che ci serviva per uscire dalla pressione avversaria, anche Adams ha dato un contributo importante. Di Gregorio ha fatto una parata clamorosa sul suo tiro, una parata che vale un gol. E se è vero che anche la Juve ha avuto delle occasioni, è altrettanto vero che quelle più importanti le abbiamo costruite noi, ne abbiamo avute due davvero grandi per segnare”. E ancora: “Zapata è tra i primi 50 marcatori della storia del Toro. Sta facendo un percorso di recupero, rientra da una lesione al crociato, avrebbe forse bisogno di più minutaggio, ho attaccanti bravi, ma sto cercando di dargli sempre maggiore spazio. Paleari non aveva bisogno di dimostrarmi nulla, si è meritato di giocare e fare bene. Per me non ci sono gerarchie, se Israel tornerà titolare sarà perché lo avrà meritato”. E ha concluso: “A noi queste partite importanti servono per farci crescere, stiamo facendo un percorso. La squadra ha trovato compattezza, solidità, dobbiamo terminare di rafforzare la base per guardare all’altezza. La squadra ha ampi margini di miglioramento. A fine partita il presidente Cairo è venuto giù negli spogliatoi dalla squadra e ha salutato tutti i ragazzi e ci ha fatto i complimenti per la partita giocata”.
Nulla da eccepire, però resta quella sensazione che al Torino continui a mancare quel quid in più per riuscire a trasformare partite come queste in successi. Un po’ di spirito Toro in questo derby lo si è visto, ma con un po’ di coraggio in più forse lo Stadium poteva finalmente essere espugnato.
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