C’è un qualche cosa che manca al Torino per farlo osare di più

Il potenziale della squadra di Ventura ha bisogno di essere espresso nella sua totalità per non avere rimpianti alla fine della stagione.
20.10.2015 10:56 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
C’è un qualche cosa che manca al Torino per farlo osare di più
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Al netto degli infortuni, che soprattutto al cospetto di avversari di qualità pari o superiore indubbiamente ha un’incidenza e riduce in parte le potenzialità della squadra, il Torino sembra non riuscire a scrollarsi di dosso quel qualche cosa che ne frena la possibilità di esprimere quanto potrebbe. Il difetto si trascina da tempo, infatti, sussisteva anche nelle passate stagioni. Esempio lampante la partita con il Milan. Fino a quando i granata non hanno subito il gol di Bacca sono sembrati un po’ troppo guardinghi, peccato che in campo la squadra che avesse da perdere maggiormente fosse quella rossonera. Non sbilanciarsi in modo eccessivo è più che giusto, ma giocare con il freno a mano tirato finisce per essere un handicap.

Che il Torino potesse fare di più con il Milan l’ha ampiamente dimostrato il finale di partita, quando i granata sotto di un gol si sono svegliati e dopo il pareggio sono andati vicino alla vittoria, 82’ con Maxi Lopez e 83’ con Acquah e in entrambi i casi Diego Lopez è dovuto intervenire parando e 85’ tiro dal limite di Benassi con mira errata e palla che è finita alta, comunque anche in quest’ultimo caso una potenziale occasione da gol. Qualcuno potrebbe obiettare che i giocatori granata saranno stati favoriti dal fatto che quelli del Milan fossero un po’ stanchi sul finire della gara, forse, però la stessa cosa valeva per il Torino, quindi non può avere inciso. Semmai i rossoneri quando i granata sono stati più determinati hanno avuto il timore di vedersi sfuggire punti e anziché continuare a pressare alla ricerca del secondo gol hanno cercato di contenere l’avversario pensando soprattutto a difendersi e dopo il gol di Baselli a portare a casa almeno un punto.

Ventura deve riuscire a far sì che la squadra sfrutti tutto il suo potenziale arrivando a osare un po’ di più prendendosi dei rischi calcolati. Da quando la vittoria vale tre punti essere troppo guardinghi pregiudica il più delle volte il raggiungimento degli obiettivi, spesso si arriva a un passo dal traguardo, ma non lo si supera. E’ un vero peccato farsi frenare dal timore di sbagliare o peggio ancora dal far prevalere la volontà di evitare una potenziale brutta figura. Alla fine è vero che arrivando vicini a un obiettivo i più tendono comunque a dire che l’annata può considerarsi tutto sommato positiva, ma chi ragiona senza tralasciando l’accontentarsi non può non valutare il mancato passo in avanti. Osservando la classifica il Torino è al settimo posto in coabitazione con l’Atalanta con quattordici punti e ne ha uno in meno della Lazio, a quota quindici. La squadra di Ventura ha vinto quattro gare, pareggiate due e perse altrettante esattamente come quella di Reja, mentre quella di Pioli di partite ne ha vinte cinque, una in più, e perse tre, anche in questo caso una in più, senza mai pareggiare, però in classifica è davanti a Torino e Atalanta e magari a fine stagione avere anche solo un punto in più può fare la differenza tra andare in Europa oppure no. Sono serviti i due pareggi in più e una sconfitta in meno a Torino e Atalanta? Mica tanto visto che la Lazio sta davanti. Per completezza di ragionamento devono essere presi in considerazione anche Sassuolo e Napoli che sono a quota quindici come la Lazio e hanno entrambi quattro vittorie, come Torino e Atalanta, tre pareggi, quindi uno di più e una sconfitta, una in meno. Per le squadre di Di Francesco e Sarri il pareggio in più ha fatto la differenza? Sì, ma solo perché c’è stata una sola sconfitta in otto gare, infatti, i tre pareggi hanno bilanciato in termini di punti quelli che sarebbero mancati in caso di un’altra sconfitta.
Il Torino deve puntare a essere più determinato nel ricercare la vittoria arrivando anche a correre qualche rischio, soprattutto adesso che poco alla volta sta recuperando i giocatori che erano infortunati e deve affrontare squadre con un tasso qualitativo non inferiore al suo e magari superiore. Chi non risica non rosica dicono a Roma e domenica sul far della sera, fischio d’inizio alle ore diciotto, l’avversario sarà la Lazio.