Carlo Nesti: “Un derby grigio come il cielo di Torino”
Juve meno prodiga di conclusioni di altre volte, ma unica a cercare veramente la vittoria, e, quindi, giustamente, premiata: 5 tiri a 0 verso Padelli e Buffon.
Toro organizzato, in modo eccellente, nel soffocare gli avversari per un tempo, ma poi, subìto il gol, incapace di tramutare la strategia da difensiva a offensiva.
Nei 45’ iniziali, la squadra di Conte ha giocato quasi sempre nella metacampo granata, trovandosi davanti uno sbarramento scientifico di 10 uomini, dietro la linea della palla, e non pressando abbastanza alta, come di consueto, sui rivali.
La conseguenza è stata l’assenza di tentativi nello specchio della porta, a causa dell’efficacia del 5-4-1 di Ventura, con Immobile centrocampista aggiunto, e Cerci isolata punta atipica.
Nel 45’ successivi, al pronti-via, è bastata la scossa della Juve per bruciare la partita, anche perché l’infortunio di Rodriguez ha obbligato il Toro a cambiare ben 4 ruoli. Spietato Pogba, per quanto l’1-0 fosse viziato dalla posizione irregolare di Tevez.
Conte ha badato più a gestire, che ad aggredire, in vista del mercoledì di Champions già decisivo. Ventura ha provato a passare al 4-3-3, ma la difesa titolare della Nazionale è parsa insormontabile.
Una cosa è certa: questo derby, disputato ad una assurda ora di pranzo, non passerà alla storia, grigio come il cielo di Torino, al cospetto di tante stracittadine, ricche di autentico pathos.
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