Cairo: “Il Toro sta continuando a crescere, non ci poniamo limiti”
Il presidente del Torino Cairo ritiene che i risultati siano il frutto della maturità acquisita dalla squadra. Queste le sue parole dopo la vittoria con il Napoli:
La squadra continua a mietere successi, è veramente un periodo molto positivo.
“Direi bene, siamo al dodicesimo risultato utile consecutivo più tre in Europa League, quindi in realtà siamo a quindici. Quando contro il Napoli si fa un possesso palla del 74% rispetto al loro 26 e si creano tante palle gol vuol dire che si è fatto bene. Nel primo tempo un paio di palle gol importanti ci sono state, El Kaddouri, Martinez all’inizio e ce ne sono state anche altre, abbiamo pressato tantissimo, poi nel secondo tempo c’è stata un pizzico di stanchezza e hanno fatto qualche cosa anche loro, ma non ho visto parate sensazionali di Padelli. In occasione della punizione calciata da Bovo precisamente nell’azione che l’ha scaturita poteva essere data la regola del vantaggio e avremmo potuto segnare, ma non mi lamento. Credo che la cosa bella sia che ho visto un Toro che sta continuando a crescere dal punto di vista della maturità, oggi la cosa che conta è che stiamo in campo cercando di vincere la partita. C’è una consapevolezza diversa da prima, consapevolezza che evidentemente si acquisisce con il tempo, con i risultati positivi, con l’autostima, con la crescita dei giocatori giovani che abbiamo preso e che si sono inseriti bene, tutto un insieme di cose che stanno dando risultati positivi”.
Ventura aveva programmato il top della forma fisica della squadra per questo periodo?
“Sinceramente non lo so, non credo ci siano programmazioni di questo genere. Ventura ha programmato che il Toro fosse pronto addirittura per luglio perché avevamo bisogno di avere una buona forma da subito dovendo disputare i preliminari d’Europa League, quindi non era programmata per febbraio”.
Con lo Zenit San Pietroburgo il Torino può osare?
“Diciamo che è una squadra importante e con giocatori di valore, ma se si va a giocare come abbiamo fatto a Bilbao … Noi non dobbiamo crederci troppo, ma neanche sottovalutarci, dobbiamo disputare ogni partita con quel tipo di atteggiamento che abbiamo avuto nei paesi baschi, con il Napoli e nelle dodici partite precedenti nelle quali si è fatto risultato”.
In una settimana tre gare con grandi squadre Fiorentina, Athletic Bilbao e Napoli e i gol decisivi sono stati realizzati da Vives, Darmian e Glik, gli unici tre giocatori rimasti che già c’erano in serie B.
“Sì, ma non dimenticherei i gol di Quagliarella e di Maxi Lopez che soni stati gol pesanti e se abbiamo passato il turno con il Bilbao è perché Maxi Lopez ne ha fatti tre, grazie però alla squadra che l’ha supportato adeguatamente. Poi certamente Quagliarella, Darmian che si sta scoprendo anche un po’ attaccante. Direi un insieme di cose positive, ma la cosa importante è che c’è una squadra e tutti danno il loro contributo”.
Oggi la squadra ha gli stessi punti dell’anno scorso a parità di partite disputate in campionato più l’Europa League. In un percorso di crescita nella passata stagione il Torino è arrivato settimo quindi quest’anno deve piazzarsi almeno sesto?
“Noi non ci poniamo questo tipo di obiettivi, la cosa che conta è andare avanti step by step, come si è fatto fino ad oggi. Secondo me l’obiettivo di per sé dice e non dice e non dice che noi dobbiamo far crescere la squadra com’è stato fatto, in particolare negli ultimi due mesi, con l’inserimento positivo di tanti giocatori e poi quello che verrà lo prenderemo alla grande senza porci limiti”.
Forse lei, Petrachi e Ventura adesso vorrete togliervi qualche sassolino dalla scarpa?
“No, io sassolini non ne ho, davvero”.
Il Parma non ha giocato la partita con il Genoa dopo aver saltato quella con l’Udinese, come andrà a finire la vicenda della società emiliana?
“Venerdì ci sarà l’assemblea della Lega di serie A, io sono uno dei venti e oggi dire qualche cosa sarebbe anche scorretto anticipando i tempi rispetto a una decisione che deve essere collegiale e a maggioranza”.
Non le sembra assurdo essere arrivati al punto che una società di serie A non ha i soldi per tenere aperto il proprio stadio ed effettuare le trasferte, per non parlare di tutto il resto?
“Mah, sicuramente sì. La Covisoc (Commissione di vigilanza delle società di calcio professionistiche, ndr) fa dei controlli relativi al fatto che siano pagati gli stipendi, che sono la voce di costo più importante, e se gli stipendi sono pagati è difficile fermare una squadra. Forse si dovrebbero aumentare i controlli inserendo anche parametri legati, per esempio, all’indebitamento, però se questo avvenisse magari anche alcune squadre importanti potrebbero avere dei problemi perché l’indebitamento non ce l’ha solo il Parma. In questo momento il parametro dell’indebitamento non c’è e poi c’è il fatto della libera determinazione di un’impresa, cioè c’è un imprenditore che dovrebbe gestire nella maniera più adeguata la sua attività per avere continuità e in questo momento ci sono dei problemi. Mi dispiace molto anche per il Parma stesso che è stata una realtà importante negli ultimi vent’anni, io ho anche vissuto a Parma un anno e mi dispiace anche da questo punto di vista che i parmigiani che sono così affezionati alla squadra sono così mal messi”.