Cairo e Vagnati avete visto il Torino con lo Spezia? Ecco perché Juric insiste per avere rinforzi
Appena al Torino viene a mancare un po’ di qualità torna ad essere la squadra con poco o niente mordente che nelle ultime due stagioni si è salvata per il rotto della cuffia e più per manifesta inferiorità di altri che per propri benché scarsi meriti. Emblematica la partita di ieri pomeriggio con lo Spezia che prima di questa giornata era terzultimo, assieme al Genoa, ed aveva subito ben 26 gol in 11 match risultando la squadra più perforata della Serie A. Le assenze di Mandragora, Pobega, Ansaldi e Brekalo si sono fatte sentire eccome così come la non ottimale forma di Belotti, Praet e Pjaca. E il risultato è stato una sconfitta, di misura finché si vuole, ma sempre una sconfitta al netto di quanto profuso dagli avversari che sono stati capaci di imbrigliare gli uomini di Juric impedendo loro di effettuare il consueto pressing alto, chiudendo bene gli spazi e sapendo approfittare con Sala (58’) di uno dei contropiedi che hanno creato. La squadra di Thiago Motta ha avuto maggiore determinazione ed ha avuto più verve.
Cross imprecisi, dribbling e palloni persi, poco o nulla mordente sotto porta con una traversa colpita da Belotti in fuorigioco (18’), un tiro di Sanabria finito anche se di poco fuori (63’) e una paratina di Provedel su un colpo di testa fiacco di Izzo (93’). Ed è del tutto inutile provare a recriminare sui possibili due rigori non dati per il tocco con il braccio di Bastoni (18’) e uno sgambetto, dopo un’uscita non ben riuscita, di Provedel a Singo che se anche sbilanciato non è stato abbastanza furbo da non cadere e poi ha tirato alto (29’). Rincon, Baselli, Zaza e Izzo chi più chi meno non hanno saputo approfittare della chance avuta e persino Bremer è stato meno bravo del solito patendo troppo Nzola. E in generale da Singo e Aina a Sanabria passando per Djidji, Rodriguez, Lukic e Linetty hanno sfoderato una prestazione al di sotto dello standard finora quasi sempre visto.
Cairo e Vaganti erano in tribuna al Picco e non possono non aver visto che la squadra ha fatto passi indietro e che, a parte la gara con la Fiorentina anch’essa mal giocata, ha sfoderato in proporzione la peggior partita fin qui disputata. E si saranno resi conto del perché Juric continua ad insiste per avere rinforzi. Non è un capriccio, ma la necessità di avere la possibilità di schierare una formazione competitiva. Se alla vigilia aveva detto che Praet forse non avrebbe giocato perché fatica a recuperare visto che da un anno non disputa due partite di fila e poi lo ha comunque mandato e tenuto in campo per tutta la gara lasciando Verdi in panchina non si tratta di masochismo bensì di preferire un giocatore a mezzo servizio piuttosto di un altro che non ha evidentemente le caratteristiche tecniche e forse anche la determinazione che servono ad interpretare il suo concetto di gioco. La partita con lo Spezia era ideale per dare continuità alla vittoria con la Sampdoria, ma così non è stato. Il Torino resta una squadra fragile che basta poco per farla tornare in balia dei suoi limiti, 6ª sconfitta in 12 partite, superabili solo attraverso rinforzi di giocatori non solo adatti al gioco di Juric, ma anche che non abbiano alle spalle annate costellate da infortuni che ne minano la tenuta fisica.