Cairo e lo spettro fallimento: "Ricordiamoci del 2005". E sarà un "calcio di guerra"

10.10.2020 09:30 di  Emanuele Pastorella   vedi letture
Cairo e lo spettro fallimento: "Ricordiamoci del 2005". E sarà un "calcio di guerra"
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Poco più di 17 milioni di euro spesi, circa 14.5 milioni incassati: il saldo finale del calciomercato estivo del Toro è di 2.6 milioni in rosso. "Abbiamo fatto molte cose ma abbiamo dovuto fare i conti con dei bilanci che saranno negativi e dobbiamo cercare di far sì che non lo siano troppo – ha spiegato il presidente Urbano Cairo – e avrei voluto fare di più ma dobbiamo essere prudenti: il Toro è già fallito 15 anni fa". Parole forti quelle del patron pronunciate dal palco del Festival dello Sport a Milano: "Il calciomercato è stato molto minore come volume di affari rispetto ai precedenti perché mancano i ricavi da stadio e non è poco, le società sono preoccupate". Tutta colpa del Coronavirus, che ora più che mai torna a minacciare nuovamente la serie A.

Sono più di 20 i giocatori del massimo campionato italiano attualmente contagiati: anche il Toro ha dovuto fare i conti con alcuni casi di Covid-19, ma per il momento in casa granata l’allarme è rientrato. L’appello di Cairo è per tutti: "I calciatori oggi devono avere la consapevolezza che siamo in un momento particolare. È importante che il campionato prosegua, quindi i loro comportamenti diventano fondamentali. Non voglio dire che si debba ricorrere alla famosa bolla come hanno fatto in NBA in America, con gli atleti separati dal mondo, però ci deve essere una consapevolezza forte – l’auspicio dell’editore alessandrino – e che quello che si poteva fare un anno fa, per adesso non si può fare più. Deve esserci una partecipazione totale per riuscire ad andare avanti con un campionato che è appena cominciato e che deve continuare".

Di certo, tra stadi vuoti e protocolli sanitari, è tutto molto diverso: "E’ un calcio di guerra ma dobbiamo cercare di continuare per salvaguardare il nostro mondo e per dare uno spettacolo a chi è a casa – ha aggiunto il numero uno del club di via Arcivescovado – e serve attenersi scrupolosamente al protocollo: chiedevo che venisse fatta una regola per tutti e ho apprezzato che sia stata fatta, ora che c'è una regola va rispettata. Ora dobbiamo procedere in sicurezza ma è importante andare avanti: mi dicono che con la scuola non ci sono tantissimi casi, e se i ragazzi ce la fanno con la loro attività tutti gli altri devono riuscire a fare qualcosa per contenere il virus".