Cairo e le chiacchiere, troppe, sui bilanci. Impari dall'Atalanta
Per vincere il campionato, probabilmente, non basta neppure questo, ma ci sono almeno due situazioni che screditano categoricamente quanto continua ad affermare il presidente del Torino Urbano Cairo, in merito alla questione dei bilanci che secondo la sua tesi non permettono di raggiungere certi livelli. La Lazio è in piena lotta per lo scudetto con un blocco di squadra, come abbiamo anticipato ieri, pagato complessivamente molto meno di quello granata, ma soprattutto l'Atalanta non può vantare in alcun modo gli stessi introiti del Toro, se non derivanti dalle plusvalenze, e per il secondo anno consecutivo sarà in lotta per un posto in Europa, in quella che conta di più, la Champions, che oltretutto sta portando avanti con grandissimi risultati. I conti a posto non bastano, occorre anche capacità, strutturando una società con persone realmente competenti e smettendo di ignorare il vivaio, che dovrebbe fornire plusvalenze gratuite e per cui Bava, in passato, ha fatto miracoli con pochissimi investimenti, ora ritornato alla mediocrità in quasi tutti i settori. Cairo dovrebbe spiegare come mai si riesca raramente a chiudere davanti a certe squadre ma da anni a rotazione si accoda a Verona, Cagliari, Sampdoria e via discorrendo. I bilanci, nel calcio di oggi, sono certamente importanti, ma non sono tutto.