Cairo e Juric hanno una percezione diversa sulle prospettive future del Torino

20.11.2021 11:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Cairo e Juric hanno una percezione diversa sulle prospettive future del Torino
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Questo Torino dove può arrivare? A questa domanda non è facile rispondere, ma è certo che la crescita della squadra dipenderà e non poco da quanta sintonia ci sarà tra presidente, allenatore e direttore sportivo che deve esplicitarsi in atti concreti sul mercato che portino a colmare le lacune. Ed è proprio su questo che indirettamente si può fare un confronto fra quanto pensa Urbano Cairo e quanto ritiene l’allenatore Ivan Juric.  

Ieri il presidente del Torino Cairo era in città per la foto ufficiale della squadra e ha parlato ai microfoni di tv.torinofc.it dove non ha detto nulla di che e men che meno ha parlato di mercato, ma non era ovviamente il contesto nel quale gli potessero essere fatte domande che anche solo sfiorassero argomenti che non gli fossero del tutto graditi. Una cosa però è venuta fuori: il presidente e mister Juric hanno una percezione diversa sulle prospettive future della squadra. Infatti Cairo ha detto: “Siamo quasi a un terzo di campionato e sino a questo momento è stato un Toro che ha fatto vedere delle cose interessanti. Soltanto un paio di partite non mi sono piaciute mentre in tutte le altre siamo stati in campo con piglio autoritario, evidenziando valori importanti che mi lasciano ben sperare per il futuro. Ho visto quasi sempre gioco, atteggiamento propositivo e aggressivo, proprio come piace a me e come mi aspettavo”. Non molto tempo fa Juric aveva invece affermato: “Mi auguro che Cairo a gennaio mi ascolti sul mercato, a differenza di quanto avvenuto in estate quando non l’ha fatto. Vorrei che facessimo un mercato più coraggioso. Non come in estate, poco coraggioso. Se prendiamo qualche bel rinforzo come dico io, tutta la rosa potrà compiere un salto di qualità. Altrimenti ho dei dubbi: così come siamo, più di tanto non si può crescere, temo”.

L’uno quindi pensa che la squadra abbia valori importanti che lo lasciano ben sperare per il futuro per cui si può dedurre, senza voler forzare i pensieri del presidente del Torino, che ritenga la rosa tutto sommato valida. L’altro che la squadra non sia del tutto in linea con prospettive maggiori delle attuali. Oggi il Torino dopo dodici partite, quindi quasi a un terzo del campionato, è al 12° posto in classifica insieme a Sassuolo e Udinese avendo conquistato 14 punti. Sopravanza le terzultime, Genoa e Sampdoria che hanno 9 punti, di 5 lunghezze e dista 5 punti dal 6° posto, dove c’è la Roma a quota 19, che permette l’accesso alla Conference League, la terza competizione internazionale per club. Il Torino è quindi equidistante dal barato e dai sogni di un futuro più roseo, ossia sta in quel limbo dove non ci sono dolori, ma neppure gioie.
Qual è la dimensione del Torino? Forse questa? Il bicchiere è mezzo pieno come sembra dalle parole del presidente Cairo oppure è mezzo vuoto stando a quanto detto dall’allenatore Juric? Oggi non si hanno risposte certe, ma a fine campionato sì e allora si saprà chi ha avuto ragione e si saprà anche se le scelte fatte sul mercato saranno state quelle idonee affinché si possa ben sperare per il futuro.