Cairo: "Con i nostri giovani si può fare una squadra completa"
Cairo durante la conferenza stampa di presentazione del top sponsor Beretta ha parlato anche del settore giovanile e dell’interesse della Juventus per Ogbonna. Nel calcio serve avere un progetto nel lungo periodo che va rivisto costantemente.
Marotta in visita a Tuttosport ha detto che Ogbonna interessa alla Juventus se venisse messo sul mercato e i tifosi del Torino non sono per nulla entusiasti di queste dichiarazioni, lei presidente cosa può dire in merito?
“Il fatto che Ogbonna interessi fa piacere, non piace soltanto alla Juve, ma anche ad altre società italiane e straniere, piace a tanti. E’ un giocatore importante ed è un nazionale. In Nazionale con la Bulgaria giocheranno sette juventini, uno del Napoli, uno del Toro e due della Roma in questa formazione squadre anche importanti, come l’Inter, non hanno nemmeno un calciatore, quindi è evidente che Ogbonna interessa. Intanto, come avevo detto fin dall’inizio, ho tenuto Angelo anche per questa stagione perché era fondamentale che rimanesse con noi. L’obiettivo è, possibilmente, mantenere ancora Ogbonna in squadra e io con lui ho un accordo che potrebbe essere definito di tipo personale: quando a gennaio abbiamo rinnovato il contratto per cinque anni, in teoria chi rinnova fino al 2016 è preparato per rimanere, siccome lui me lo ha chiesto gli ho detto che non sarò sicuramente io il presidente che gli vuole tarpare le ali se lui avrà l’opportunità della vita e il Torino non potrà offrirgli altrettanto io sarò disponibile ad accontentarlo. Sul fatto della Juve registro l’interesse, ma non c’è da parte mia l’interesse ad approfondire nulla. Sapevo questa cosa, Marotta non ha parlato perché improvvisamente si è accorto di Ogbonna, evidentemente la Juve ha già fatto dei sondaggi e delle avances, però noi, pur avendo apprezzato, gentilissimamente abbiamo declinato ogni tipo di offerta. Spero che ammireranno Ogbonna nelle partite che disputeremo (ride, ndr)”.
Vittore Beretta ritiene strategico puntare sul settore giovanile, da luglio al Torino c’è Massimo Bava come nuovo responsabile, lei presidente Cairo pensa che in prospettiva futura i giovani siano una risorsa per la prima squadra?
“A questo proposito mi fa piacere sottolineare che noi abbiamo preso il Torino sette anni fa e come ha ricordato il commendator Beretta il settore giovanile era stato spazzato via dal fallimento e in seguito abbiamo ricominciato con Antonio Comi e Silvano Benedetti a ricostruirlo a partire dalle fondamenta, dalla Scuola Calcio, ai Pulcini, agli Esordienti fino alla Primavera. Quando sono arrivato nel 2005 Gianmario Comi e Simone Benedetti, che sono del 1992 erano due tredicenni e giocavano negli Esordienti. In occasione della cena per il compleanno di Antonio Comi, dove c’era anche il commendator Beretta, ho detto che in relazione all’attività svolta nel settore giovanile, che è anche stata in parte criticata in questi anni e oggi forse è rivalorizzata, si può fare una squadra con i ragazzi provenienti dal settore giovanile: Lys Gomis, che è il nostro secondo portiere in serie A, e il fratello Alfred come suo vice. Come terzino destro forse bisogna fare un ragionamento, ma possiamo metterci Barbosa anche se è un destro; come difensori centrali Simone Benedetti, che adesso è in forza allo Spezia in serie B, squadra candidata ad arrivare in serie A, e Scaglia, che gioca nel Cuneo in Lega Pro; e a sinistra Chiosa, attualmente alla Nocerina. In mezzo al campo Suciu, che ha esordito in A anni fa e lo scorso anno ha giocato in B facendo buone cose, ha avuto problemi fisici, ma può recuperare e glielo auguro, e Gatto della Primavera che è anche un Nazionale ed è un ragazzo di prospettiva. Come esterni, anche se non vengono dal nostro settore giovanile, metterei a sinistra Stevanovic e a destra Verdi, che sono giocatori del Torino grazie alle comproprietà di Benedetti e Comi. In attacco Gianmario Comi, in forza alla Reggina e che ha segnato in Coppa Italia, e Diop. In aggiunta abbiamo come alternative Aramu, che gioca in Primavera e ha segnato nella partita d’esordio con il Livorno, piuttosto che Parigini, che è un ‘96 ed è anche lui in Primavera. Senza dimenticare Sperotto, che lo scorso campionato ha giocato nella Reggiana, e Diarra. Questa squadra è formata da alcuni ragazzi che faranno strada, come mi dicevano Antonio Comi e Silvano Benedetti di Ogbonna quando nel febbraio del 2007 esordì in prima squadra contro la Reggina. Non faccio i nomi di questi ragazzi che mi vengono segnalati, perché sono giovani e magari si montano la testa, ma questa squadra non è male, a mio parere, poiché è formata da una quindicina di ragazzi che provengono dal nostro settore giovanile, che abbiamo rifatto ex novo negli ultimi sei-sette anni. Come si sa un settore giovanile che vuole partire dalle basi, quindi dalla Scuola calcio, dove Silvano Benedetti sta facendo un gran lavoro, perché oggi non si prendono più i ‘94 bensì i ‘97-’98, che oggi hanno quattordici-quindici anni, ma che fra due anni possono esordire in prima squadra. Quindi da questo punto di vista gli investimenti fatti sono soldi ben spesi. Il nuovo responsabile del settore giovanile, Massimo Bava, che non abbiamo ancora neanche presentato, ma ciò accadrà appena saremo in posizioni rilevanti nei campionati giovanili più importanti. Ho detto a Bava e a Antonio Comi che da parte mia c’è la voglia di fare investimenti mirati e intelligenti relativi a giovani da prendere come è avvenuto con Bakic, giocatore montenegrino di cui Savicevic parla molto bene titolare dell’Under 21, ma che ha già esordito nella Nazionale maggiore insieme a Vucinic e Jovetic, e che mi è costato non poco, anche se è un ’93, in un’operazione che abbiamo fatto insieme alla Fiorentina che a gennaio diventerà titolare della metà del cartellino. Ma non abbiamo preso solo Bakic anche Migliorini. Oggi il nostro target è di andare a prendere i calciatori del ‘97-‘98 che non sono ancora affermati, ma che sicuramente, se si ha l’occhio, un domani diventeranno importanti. Condivido con Beretta che dobbiamo puntare sul settore giovanile perché con investimenti che ci possiamo permettere si può costruire la squadra. Nel calcio di oggi l’elemento economico ha un’importanza notevole e il fatturato del Torino rispetto a quello delle maggiori società italiane è uno a otto e magari queste società hanno perdite per cento milioni all’anno. Sinceramente di perdere cento milioni all’anno, per tutto il bene che posso volere al Toro, non me la sento anche perché poi finirei presto i soldi e non credo che sarebbe una bella notizia se la società fallisse. Lo scorso anno un ricchissimo signore arabo ha comprato il Malaga e ha speso a piene mani, però già quest’anno dice che il Malaga non gli piace più, quindi dopo poco tempo il Malaga è stato sedotto e abbandonato. Credo che la cosa migliore, invece, sia avere nel calcio un progetto nel lungo periodo che va rivisto costantemente. Oggi abbiamo la fortuna di avere un allenatore come Ventura che tiene in considerazione i giovani, li forma, gli insegna il calcio e li fa giocare. E’ inutile avere giocatori giovani, come è accaduto in passato, e poi, per motivi vari, non li si fa giocare. Il calciatore giovane può anche sbagliare, ma si deve avere pazienza perché se ha talento, qualità e prospettive allora sì che il settore giovanile serve a produrre calciatori per la prima squadra. Ci tenevo a dire tutto questo perché è importante focalizzare la direzione che intendiamo prendere”.
E favorevole al ripristino dei campionati minori tipo la De Martino (torneo nel quale giocavano calciatori che trovavano poco spazio in prima squadra o giovani del vivaio)?
“Assolutamente sì, sarebbe positivo perché darebbe opportunità in più. Ci vuole una riforma del sistema calcio in Italia che va pensata a tutto tondo a partire dal numero di squadre, dalle categorie, dalle seconde squadre. C’è un momento nel quale bisogna aprire le finestre e guardare cosa bisogna fare per ristrutturare il nostro calcio per ridargli slancio, in fin dei conti siamo arrivati al secondo posto agli Europei e sicuramente il nostro calcio ha un ruolo notevole nel mondo d’oggi”.
E’ proto a farsi carico di portare in Lega Calcio proposte per rinnovare e idee nuove?
“Come no, non voglio essere presuntuoso e avere in mano la ricetta, ma con il contributo di tutti, ci sono presidenti che sono nel calcio da più anni di me e che hanno buone idee, se si mette all’ordine del giorno il fatto che dobbiamo cercare di ridare slancio e linfa al nostro calcio - che ha grandi potenzialità, ma che deve tornare a essere un polo d’attrazione come era in passato – è un argomento utile a tutti per fare passi avanti, però, ripeto, con il contributo di tutti Lega, Federazione, Coni e tutti quelli che hanno modo di pensarci per fare qualche cosa di nuovo”.
Sentendo parlare del settore giovanile viene in mente il Filadelfia come casa del Torino, che passi si stanno facendo per la ricostruzione?
“L’ho detto recentemente che questi ragionamenti prima di essere annunciati vanno fatti nelle sedi appropriate che sono la Fondazione Filadelfia, il Consiglio d’Amministrazione e l’Assemblea dei Fondatori ed è in queste sedi che bisogna trovarci e ognuno deve dire quanti sodi metterà ed è lì che bisogna trovarci per coinvolgere magari il Credito Sportivo che penso sia disponibile a dare finanziamenti per questa iniziativa, come ha fatto per altre strutture anche meno radicate nel passato come è invece il Filadelfia che è un bene nazionale. La Fondazione è la sede opportuna per mettere nero su bianco quanto ognuno vuole fare”.