Bianchi e Maccarone, destini mai incrociati

30.03.2012 08:56 di  Riccardo Billia   vedi letture
Bianchi e Maccarone, destini mai incrociati
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Sono probabilmente i giocatori più rappresentativi della prossima sfida tra Empoli e Torino. Rolando Bianchi e Massimo Maccarone si troveranno di fronte sabato pomeriggio al "Castellani", con due obiettivi identici (fare gol), ma finalizzati a due traguardi opposti. Il capitano granata ha ritrovato la vena realizzativa allo sbocciare della primavera, puntuale per spingere il Toro verso la A. L'attaccante dei toscani, il massimo campionato, l'ha salutato l'anno scorso, con la Sampdoria. E dopo l'addio mai rimpianto ai colori blucerchiati, la sua missione è ora quella di tirar fuori dalle sabbie mobili la sua attuale squadra, che ha riabbracciato dopo quasi dieci anni. Big Mac e Rolandinho, accomunati dall'esperienza nel campionato inglese. Il centravanti di Galliate fu spedito al Middlesbrough in due tempi, tra il 2002 e il 2004 e poi nel biennio 2005-2007, prima di sfoderare gol da cineteca nel Siena. Rolly è stato catapultato nella fredda Manchester, sponda City, nell'estate 2007, trasformata in un'oasi di benessere dalle sterline d'oro del magnate Shinawatra - poi risucchiato da vicende legali, passò la mano allo sceicco Mansour -, che si ingolosì di quelle perle con cui il bomber bergamasco (insieme ad Amoruso) ha contribuito fortemente a tenere a galla la Reggina. In almeno un paio di sessioni di mercato, lo scambio tra i due cecchini sembrava cosa fatta, ma l'epilogo è sempre stato diverse dalle premesse. La scorsa estate, per Maccarone qualsiasi destinazione sarebbe stata più gradita di Genova. Spuntò il Torino, non convinto di poter proseguire la storia con Bianchi; ma il fiume delle parole ha invaso le settimane e i mesi, e le bocce sono rimaste com'erano. Da gennaio, Empoli rappresenta la luce fuori dal tunnel per il centravanti biancoblu. E dal 2008, il colore granata ha stregato Bianchi, e le strade impervie percorse insieme hanno rafforzato un legame quasi commovente. Questioni di tempistica, di treni acciuffati al momento giusto o perduti per una manciata di minuti. Bianchi, Maccarone e il Torino: il triangolo no. Non più ormai.