Berenguer si è preso il Torino: ora la sfida a Verdi
Un calcio alle critiche, e pure a qualche esclusione di troppo. Dal Rigamonti di Brescia è tornato un Alejandro Berenguer tutto nuovo: rigenerato dalla doppietta realizzata, la prima in carriera, e dall’impatto che ha avuto sulla partita, con tanto di esultanza con le mani alle orecchie dal sapore polemico. Perché lo 0-4, risultato netto che non dovrebbe lasciar spazio a nessun tipo di recriminazione, è fuorviante, tra un Toro che non ha ancora ritrovato la brillantezza nel gioco e Salvatore Sirigu che sul doppio vantaggio ha dovuto compiere almeno tre interventi prodigiosi per evitare il ritorno delle rondinelle. Poi ci ha pensato lo spagnolo, subentrato intorno all’ora di gioco a un Simone Verdi sempre in ombra, a chiudere i conti con la doppietta in 5 minuti, tra il 75’ e l’80’. Ora, Berenguer spera che quel cambio fatto a metà secondo tempo, Mazzarri pensi di farlo già dall’inizio.
Carte mischiate - Mister 25 milioni, infatti, non riesce ancora a incidere. A Brescia, un’altra prova sottotono: due punizioni, il suo pezzo forte, calciate malissimo, e sulla coscienza l’errore nella ripresa con un rigore in movimento calciato fuori. Non ha convinto, Verdi, e ora ha pure la concorrenza forte dello spagnolo. In realtà potrebbero anche convivere, agendo entrambi alle spalle di Belotti, ma per ora il tecnico ha sempre preferito avanzare un centrocampista piuttosto che inserire due pedine offensive. Prima dell’Inter sarà ancora lunga, c’è la pausa e due settimane di allenamenti al Filadelfia, ma Berenguer si candidare fortemente per ritrovare una maglia da titolare che gli manca addirittura dal 16 settembre.