Benassi: “Mihajlovic vuole con noi giocatori un rapporto diretto, faccia a faccia”

15.07.2016 16:03 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Benassi: “Mihajlovic vuole con noi giocatori un rapporto diretto, faccia a faccia”
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il centrocampista del Torino Marco Benassi ha parlato dei primi giorni della preparazione e dei cambiamenti che la squadra sta vivendo con l’arrivo di Mihajlovic in panchina.

Quali differenze ha notato fra i metodi dell’ex allenatore Ventura e del nuovo Mihajlovic?

“Ho avuto un’impressione molto positiva in questi primi giorni di mister Mihajlovic, che è un allenatore che lavora molto sul campo. Stiamo facendo sedute ad alta intensità e penso che sia giusto in fase di preparazione perché dobbiamo cercare di mettere minuti nelle gambe il prima possibile. L’impressione a primo impatto è molto positiva”.

Si dice che lei sarà il capitano, solo voci oppure presto riceverà la fascia?

“Non sta a me dirlo, nel caso questo si verificasse sarei felice perché se da una parte è una grande responsabilità dall’altra è motivo d’orgoglio. Veramente non sappiamo chi sarà il prossimo capitano”.

Cambierete il modulo di gioco rispetto al recente passato, come state vivendo questa novità?

“Siamo tutti a disposizione dell’allenatore per cercare di capire il più in fretta possibile ciò che vuole da noi. Finora abbiamo lavorato più sulla parte atletica e solo da questa mattina abbiamo iniziato con la tattica”.

La prima impressione a caldo sulla tattica qual è stata?

“Ci sono sicuramente cose diverse rispetto a quelle che facevamo, però, come ho detto, siamo tutti disponibili per apprendere il prima possibile”.

Con Mihajlovic è cambiato il lavoro in campo e quello in palestra anche?

“Questa mattina per la prima volta abbiamo lavorato in palestra ed è abbastanza simile a quello che facevamo l’anno scorso, cambiano un po’ le distanze dal punto di vista atletico perché sono diverse, però, comunque è un lavoro duro anche questo”.

Guardando l’allenamento si ha l’impressione che il lavoro che svolgete sia molto diverso rispetto a quello dello scorso ciclo, solo un’impressione di chi è all’esterno o un reale cambiamento anche per voi?

“Da parte nostra magari c’è più attenzione perché si tratta di cose nuove e tutti dobbiamo dare il massimo per cercare di capire prima possibile quello che dobbiamo fare. Diciamo anche che Mihajlovic ha uno staff composto di più elementi e ci sono più persone che ci aiutano, mentre con Ventura c’erano solo lui e il suo vice Sullo. Penso che l’impegno di noi giocatori non sia mai mancato anche negli anni scorsi quindi non è questione d’impegno, ma essendo cose nuove serve un’attenzione ancora maggiore”.

Lavorare con uno staff più ampio vi fa sentire circondati di maggiore attenzione oppure vi mette in senso positivo più pressione?

“Si possono avere più nozioni da apprendere da persone differenti e che si tratti di persone preparate può essere un vantaggio per noi”.     

Fra i giocatori nuovi per la prima squadra ci sono Barreca e Parigini che lei conosce in quanto compagni dell’Under 21, come li ha trovati? Sono pronti per la serie A?

“Li ho trovati bene e anche loro da subito si sono messi a disposizione e hanno tanta voglia di lavorare e di dimostrare. Se faranno parte del gruppo non so dirlo perché non sta a me deciderlo, penso che siano giocatori validissimi, vedremo”.

Manca Bruno Peres, l’ha sentito di recente?

“No, ho saputo che ha avuto qualche giorno di permesso, ma non so altro”.

Al terzo anno al Torino è passato dal doversi ambientare all’essere il capitano in pectore, tutto questo è dovuto alla sua forza di volontà o a che altro?

“Per come avevo iniziato era difficile immaginare tanti cambiamenti. Devo ringraziare in primis l’allenatore dell’anno scorso perché quando le cose a me andavano male non ha mai avuto problemi a farmi giocare nella partita successiva e i compagni mi hanno comunque sempre dato fiducia e gli stessi tifosi, anche allo stadio, non mi hanno mai fatto sentire completamente in errore quando sbagliavo. Devo ringraziare tutti e dico che per tutto questo sarebbe motivo di ancora maggiore soddisfazione diventare capitano e sarebbe una grande gioia per me”.

Il suo percorso professionale può essere un esempio e un messaggio positivo per i compagni più giovani?

“Certo, penso di essere un esempio. Nel primo anno al Torino ne ho combinate abbastanza (sorride, ndr) tra l’errore nel derby e l’espulsione in Europa League e tutto quello che sappiamo. Bisogna avere tempo e avere pazienza nell’aspettare i più giovani”.

Ha partecipato a uno stage in Nazionale con Conte e adesso il nuovo commissario tecnico è Ventura, pensa che le porte della Nazionale maggiore si apriranno per lei in vista del Mondiale in Russia?

“E’ vero che conosco mister Ventura, che mi ha sempre dato fiducia e fatto giocare abbastanza, ma dipenderà da me guadagnare la convocazione in base a quello che farò e dimostrerò quest’anno al Torino”.

Mihajlovic è persona di grande temperamento e l’ha dimostrato prima da calciatore e adesso allenando. I rapporti interpersonali saranno cambiati, come vivete dal lato umano e caratteriale il passaggio al nuovo mister?

“Mihajlovic è stato chiaro fin dall’inizio ed ha parlato più o meno con tutti noi e ha detto che vuole un rapporto diretto faccia a faccia, come penso sia giusto, e che se ci sono problemi vanno chiariti subito in modo da non generare equivoci o lasciare questioni in sospeso al fine che non sorgano problemi all’interno dello spogliatoio”.

L’obiettivo della squadra per questa stagione è conquistare un posto utile per l’Europa League?

“Sì, ho sentito che l’ha detto anche il mister qualche giorno fa, quindi … Per arrivare a un obiettivo di questo tipo bisogna pensare partita dopo partita perché solo così si possono raggiungere tali traguardi. Lavorare duro durante la settimana preparandoci al meglio fin da subito per essere pronti per l’inizio del campionato. La prima tappa è partire bene nella prima partita che disputeremo”.

E’ davvero un nuovo Torino?

“Cambiando allenatore penso che ci sarà un ciclo diverso. Abbiamo iniziato a fare cose nuove e diverse rispetto agli ultimi anni. Sicuramente un cambiamento ci sarà, poi vedremo dopo le prime partite come sarà”.

Lei è un giocatore del Torino, ma vuole mandare un messaggio all’Inter club dov’è cresciuto, ma che non ha avuto abbastanza fiducia nel portarla stabilmente in prima squadra?

“A questo tipo di domande ho sempre risposto nello stesso modo: si fanno delle scelte. L’Inter ne ha fatta una ed io ho sempre detto che sono fiero e orgoglioso di essere un giocatore del Torino soprattutto per la fiducia che mi ha accordato il presidente, la società, l’allenatore e i compagni, insomma tutti quanti. Io più felice di così non potrei essere, l’Inter ha fatto la sua scelta e va bene così. Non ho nessun rimpianto, anzi con il senno di poi meno male che le cose sono andate così”.