Antonelli: "Colantuono? Non gradì l'esonero"
Filippo Antonelli, cresciuto nelle giovanili granata e poi girovago nel calcio nazionale, fino ad approdare alla Triestina in estate, parla del suo ex allenatore Colantuono e del momento del Torino.
Come valuti l' esperienza di Torino?
E' stata una bella esperienza. Certamente mi dispiace non essere rimasto. Chiaramente c'è il rammarico anche di non aver regalato il passaggio in A ai tifosi.
Che ambiente hai trovato?
La piazza è esigente, ma certamente per il blasone e la storia che ha è importante. Merita di stare in A e quindi è normale che i tifosi pretendano sempre qualcosa in più.
Hai più sentito qualche tuo ex compagno?
Ultimamente no, ma ho mantenuto un ottimo rapporto con Bianchi e Garofalo.
Bianchi è un vero leader?
Certo, è un giocatore che è attaccato a questa maglia, altrimenti non sarebbe nemmeno rimasto in B. Non si può dire che Bianchi non abbia mercato.
Colantuono che segno ha lasciato?
Per lui sicuramente è stata una stagione faticosa soprattutto dal punto di vista mentale. Non si aspettava di essere mandato via, quando la squadra non era nemmeno messa male in classifica. Credo che da lì si sia rotto il rapporto con Cairo. A fine campionato si è voluto togliere qualche sassolino, visto che non aveva digerito il trattamento a lui riservato.
A Bergamo sta facendo bene?
Ha trovato un ambiente che già conosceva, dove era stato benissimo e ha ritrovato alcuni giocatori, che aveva avuto in passato. Inoltre sapeva di trovare un presidente ambizioso, che aveva investito tanto nel progetto Atalanta. Il rapporto di Colantuono non era brutto con la piazza, ma il problema credo fosse con parte della stampa. Intorno a lui giravano troppe pressioni mediatiche (ma certi suoi atteggiamenti erano discutibili, ndr).
Che accoglienza ti aspetti per lui?
Non credo che avrà una brutta accoglienza. I tifosi penso che abbiano capito la sua scelta, magari ha sbagliato il modo ed il momento per dirlo.
Che partita sarà?
Secondo me sarà tirata al massimo, le partite che piacciono a Colantuono. Il Torino deve provare a vincere, se non dovesse riuscirci dovrà impostare un campionato sulla rincorsa per i play off.
Come mai a Torino le cose non vanno mai bene?
Nel calcio non c'è una regola per vincere, credo che ci sia una ricetta, le squadre vanno costruite nel tempo. Questo al Torino manca, ogni anno viene smantellato e rifatto. A volte anche ogni sei mesi. La scorsa stagione trovo normale che alcuni giocatori siano stati ceduti, visto che incarnavano la retrocessione negli occhi dei tifosi. Ma non si può ogni volta ripartire, cambiando anche l'allenatore. Anche quest' anno spero non facciano l'errore di smantellare la squadra.
Un saluto ai tifosi?
Li saluto affettuosamente augurando loro una pronta risalita.