Al Torino a sette giorni dalla Coppa Italia ci sono luci e qualche ombra
Il calciomercato ha portato al Torino Acquah, Avelar, Baselli, Obi, Zappacosta e riportato Benassi, Castellazzi e Ichazo. Il centrocampo ha cambiato in parte il volto ed è rimasto orfano di Darmian che era interscambiabile fra la fascia destra e la sinistra, tanto faceva bene ovunque Ventura lo collocasse. Dei nuovi volti in mediana, quindi lasciando da parte Benassi, Avelar, Baselli e Zappacosta sono i giocatori che hanno avuto maggiore facilità ad inserirsi negli schemi di gioco, discorso un po’ differente per Obi che ha interrotto il ritiro a Châtillon per tornare a Torino a solvere un programma personalizzato a causa di una sofferenza alla bendelletta ileo-tibiale del ginocchio sinistro. Che i due esterni e la mezz’ala si siano integrati, magari non ancora alla perfezione, ma comunque parecchio bene, è molto positivo e porta a pensare che con il susseguirsi degli allenamenti l’intesa e gli automatismi con i compagni non possano che migliorare ulteriormente incrementando il tasso qualitativo che un po’ mancava. Se a tutto ciò si aggiunge una crescita dal punto di vista della personalità di Benassi che lo porti a non commettere ingenuità in momenti cruciali di partite ad alto coefficiente di difficoltà permettendogli di scegliere la giocata più efficace allora i motivi di soddisfazione per i tifosi saranno ancora maggiori. Per quel che riguarda Acquah, sicuramente apporta fisicità e quantità, ma si ha l’impressione che pur dandosi molto da fare e lottando su ogni pallone ogni tanto giri a vuoto, probabilmente perché non ha ancora compreso tutti i movimenti che vuole da lui Ventura, forse è solo questione di tempo. Ichazo e Castellazzi essendo il secondo e il terzo portiere hanno ruoli inevitabilmente più marginali e devono farsi trovare pronti quando saranno chiamati in causa, come avverrà per la Coppa Italia poiché Padelli deve scontare un turno di squalifica risalente all’espulsione dello scorso anno nella gara con la Lazio. Di luci in questo nuovo Torino c’è ne sono.
Come sempre però c’è il rovescio della medaglia che in questo caso arriva comunque dal mercato: manca un attaccante e Maksimovic, Peres e Glik continuano ad essere nel mirino di società soprattutto italiane, ma non solo. Sull’attaccante se ne parla da settimane e non ci sono indizi che portino a prevedere sviluppi immediati. I nomi in ballo sono sempre gli stessi: Hernandez, Belotti, Seferovic, Ljajic e Paulinho, dando quasi per certo che Destro si accasi al Bologna. I crucci maggiori invece provengono su chi potrebbe andare via. Il Torino non ha intenzione di cedere nessuno fra Maksimovic, Peres e Glik ed è forte di contratti che scadranno nel 2018 per i primi due e un anno prima per il capitano. Ma Napoli e Roma hanno messo nel mirino rispettivamente Nikola e Bruno e Kamil, il capitano individuato dai giallorossi come sostituto se dovesse andare via Yanga-Mbiwa attratto dalle proposte del Lione, e le proveranno tutte per strapparli al Torino.
Tutti e tre è da escludere che partano, uno o forse due potrebbe essere, soprattutto se a Cairo arrivassero quelle offerte che sono irrinunciabili e ai giocatori contratti che il Torino non concederebbe mai con cifre molto, ma molto superiori alle attuali, nell’ordine di ben più del doppio e per molte stagioni. Lo ha sempre detto anche il presidente Cairo che non conviene tenere giocatori scontenti, in questi casi non perché si trovino male al Torino, bensì perché restando in granata non guadagnerebbero tanti soldi. Chi rinuncerebbe a offerte economiche che cambiano la vita? Andasse via Peres c’è già Zappacosta e con l’arrivo di Faraoni dall’Udinese Ventura non si troverebbe spiazzato. Un po’ diverso il discorso per Maksimovic perché dovrebbe essere individuato un sostituto valido, è vero che in rosa c’è Bovo che ha qualità ed esperienza, ma nell’arco della stagione c’è il rischio che Cesare debba fermarsi per qualche pit-stop dovuto ad acciacchi che quasi sempre lo hanno colpito nelle passate stagioni, già a metà luglio aveva avuto un fastidio, poi rientrato, al bicipite femorale della coscia destra che lo aveva costretto ad alcuni giorni di lavoro differenziato. Alternative interne ce ne sarebbero. Glik spostato sulla destra e Jansson al centro della difesa con in panchina il giovane Mantovani, che per questa stagione rimarrà in Primavera come fuori quota. Zappacosta, Peres o Faraoni a dividersi la fascia destra, ma per non correre rischi si dovrebbe passare forse a una difesa a quattro, perché nessuno dei tre è un difensore centrale. Arretrare sulla linea difensiva Gazzi o Vives. Queste sono soluzioni d’emergenza che possono essere utilizzare a mercato chiuso, ma non sicuramente se Maksimovic dovesse essere ceduto nei prossimi giorni. Qualche ombra in questo nuovo Torino c’è.