Abisso ha falsato la partita, anche in dieci il Toro non meritava di perdere
La direzione di gara di Rosario Abisso di ieri sera all'Olimpico è stata a dir poco disastrosa, indirizzando senza un motivo valido una partita che per i granata pareva essere partita subito nel modo giusto. Nessun quotidiano si è sentito di dare un voto anche solo vicino alla sufficienza, persino il Messaggero parla di partita falsata. Qualcuno della stampa locale difende invece il direttore di gara, sostenendo un'esagerazione intorno alla sua scelta di espellere subito Singo, sottolineando come non sia colpa di Abisso se il Torino si trova in così cattive acque.
Tutto vero, ma ogni partita ha una storia a sé, come spesso si dice, e riferendosi al rosso a Singo, il collega è rimasto un po' di manica larga (secondo giallo considerato esagerato, ma probabilmente l'intervento non era neppure falloso), tralasciando un altro paio di dettagli “trascurabili” quali un rigore a dir poco generoso concesso ai giallorossi ed il primo gol subito con l'azione partita da un netto fallo neppure segnalato dal Var o che forse Abisso non ha avuto intenzione di andare a rivedere, convinto della propria infallibile capacità di giudizio, come capitato in altre assurdità a lui addebitate nel corso di questo campionato.
Il responso statistico finale vede il 3-1 condizionato da un rosso inesistente, un gol da annullare ed un rigore certamente da valutare con maggiore attenzione e lucidità. I granata possono recriminare anche per una traversa colpita in pieno da Simone Edera, che in altre circostanze ha visto la palla di ritorno sbattere sulla schiena del portiere per poi entrare oltre la linea. Nonostante l'inferiorità numerica, il Toro ha tirato in porta lo stesso numero di volte della Roma, calciando complessivamente due volte in più. La controprova che se la squadra fosse rimasta in dieci avrebbe potuto portare via punti dall'Olimpico non l'avremo mai, ma non sta ad un arbitro decidere che sia così e non ha niente a che vedere con l'andamento di un campionato.