Toro, balzo in avanti
La vittoria con il Livorno scaccia i fantasmi della pareggite proprio contro l'ex Mister Novellino che del pareggio ha fatto uno dei suoi cavalli di battaglia.
E' il solito Toro rimaneggiato dell'ultimo periodo quello che va in campo in un pomeriggio dal sole tiepido, Sgrigna viene messo fra le riserve ed Ebagua nei titolari, ma alla fine potremmo usare la formula matematica che recita ... cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia ... zero gol infatti dagli attacanti.
E' un Toro questo che funziona bene quasi da per tutto tranne che in fase realizzativa e senza Bianchi i gol faticano ad arrivare (già si fatica con lui in campo), aggiungendo poi la crisi endemica degli esterni d'attacco, il gioco è fatto.
Si corre e si suda tra difesa e centrocampo cercando di trovare smarcato un attaccante, ma un Ebagua parecchio involuto che appare stanco da subito non riesce a controllare mai la palla per permettere ai compagni di salire ... è quasi sempre in ritardo e lo si vede quando manca l'appuntamento con il gol di un paio di centimetri ... bastava spingere il bubbalo in porta.
Ma non vogliamo buttargli la croce addosso perchè anche lui come Sgrigna arrivava alla partita con una condizione pessima a causa dell'influenza.
Novellino schiera un centrocampo a cinque per essere sicuro di avere la supremazia sul centrocampo granata solitamente schierato a due, ma Ventura scompagina i progetti di WAN inserendo Vives.
Se la cava bene all'inizio Vives salvo poi sparire gradualmente dal campo, nascondendosi quasi sempre quando c'è da chiudere la triangolazione; Steva ha bisogno di riposo e si vede, pur rimanendo il più pericoloso con la palla fra i piedi.
La palla gira o frulla come dice Ventura ma la partita è noiosa, le occasioni non arrivano mai, il Livorno recupara la palla con facilità e con altrettanta disinvoltura non si rende praticamente mai pericoloso, Dionisi ha contratto il morbo di Cagnotto e si tuffa appena ne vede l'occasione, male fa l'arbitro a non stoncarlo immediatamente per comportamento antisportivo, ma evidentemente la scuola Borghese fa testo ed i direttori di gara sembrano più dei burocrati del regolamento che non degli interpreti brillanti del codice.
Così quando Ventura scocciato per le ripetute cadute scatta verso il quarto uomo per lamentarsi, Monzon amante del palcoscenico e della scena, coglie l'occasione per ravvivare una partita che i suoi hanno trasformato in un dormitorio ... l'arbitro piccato per tanto clamore elimina i due chiassosi contendenti per ristabilire il silenzio e la noia più assoluta.
Glik si fionda in avanti sui corner e cerca di spingere la palla in rete di testa con scarso costrutto ... mancano pochi minuti alla fine e lo zero a zero assoluto incombe, ma Parisi che smentisce gli scocciati e sibilanti tifosi della tribuna che lo chiamano "Paresi", controlla bene al limite dell'area e con un diagonale trafigge la difesa labronica che rimane con la bocca aperta.
Lambrughi il livornese che ha un cognome degno di un vinello romagnolo, prende il doppio giallo lasciando gli orfani dello smoccolante WAN in dieci e senza speranze.
Il Toro spreca almeno un paio di gol della tranquillità e la paura che venga applicata la legge del gol sbagliato-gol subito spaventa i tifosi del Toro.
Ultimo colpo da maestro dell'arbitro che infligge alle squadre ed al pubblico 5 minuti di recupero e poi tutti a casa con tre punti in più nelle saccocce granata.
Peccato per i tanti gialli ai diffidati che renderanno la trasferta a Padova ancor più ostica per un Toro in perenne emergenza che però recupera Bianchi ... se gli avversari non riescono a vincere nemmeno dopo tutti gli aiutini, i granata non ci possono fare proprio nulla, anche perchè se l'obiettivo è quello di attende i blucerchiati ... campa cavallo che l'erba cresce.
GMC