Torino: disperati, ma non ancora retrocessi!
Come lo si poteva immaginare, non bastasse una situazione già disperata ci si è messa anche la giustizia sportiva. Di Abate e Dzemaili si sapeva già: il primo per il rosso ricevuto domenica, il secondo per l'ammonizione che, sommata alla diffida, gli farà saltare la trasferta di Roma. Non ci si aspettava una punizione invece così severa, tale da far concludere anzitempo la stagione a 5 elementi: Ogbonna, Pisano, Bianchi, Diana e Pratali. Sorprendente giudizio, soprattutto se lo si compara a quello sul Genoa, che si è visto squalificare soltanto Oliveira, oltre a Juric che, già diffidato, aveva ricevuto un'ammonizione a partita in corso. Sorprendente e contestabile, perché se di rissa si è trattata significa che ad alimentarla sono state entrambe le squadra. Il quadro invece parla chiaro: Genoa vittima e Toro colpevole.
Ed è proprio questo punto che ha fatto, giustamente arrabbiare Cairo, che farà ricorso. Un ricorso che, a giudicare dalla durezza della pena, per quanto possa essere scontata rimane davvero difficile recuperare anche un solo giocatore.
Ingiustizie e ricorsi a parte si è assistiti domenica a una squadra da serie B, sconfitta con merito da un avversario considerato (incomprensibilmente) già in vacanza, dimenticandosi che il prestigio e i soldi ella Champions League fanno gola a tutti, figuriamoci a chi come il Genoa non ci è mai andato. Senza contare l'obiettivo di Diego Milito, intenzionato a vincere la classifica cannonieri, per soddisfazione personale e per entrare nella storia rossoblù prima dell'approdo all'Inter. Infine, il numero di ex juventini fra i rossoblù, pronti a mettere il bastone fra le ruote ai "cugini" e a farsi notare dalla Vecchia Signora. Si è data troppa importanza al gemellaggio fra le tifoserie, come se certi illustri precedenti non bastassero (dice niente il 5 maggio 2002, Lazio-Inter?) e che questa alleanza portasse a una partita accondiscendente dei genoani. A contribuire parecchio sul risultato ci ha pensato però il Toro, con l'evidente fallo di Pisano su Rossi per il rigore dello 0-1 e la dormita su Milito per il 2-3. A concludere l'opera l'insulso fallo di Abate e il dopopartita da saloon, epilogo tristissimo di una squadra che facendo così ha quasi voluto autoeliminarsi per la lotta alla salvezza.
Le conseguenze si trascineranno da un Olimpico all'altro. I fatti di Torino porternno a Roma una squadra ridotta all'osso dal giudice sportivo. Fasce laterali praticamente cancellate in difesa e attacco che farà a meno di uno come Bianchi, che ha dimostrato in questo finale di stagione di ricordarsi ancora come si segna. Mancherà pure Stellone, infortunato. Davanti rimane il solo Ventola, spiccioli di partite e un gol all'attivo in questa stagione.
Ma, come si dice, finché c'è vita c'è speranza. Se l'attacco del Toro è spuntato ad attenderlo c'è una difesa giallorossa in assoluta emergenza. In più, cosa importantissima, se Totti non avesse trovato il colpo vincente a San Siro il Toro avrebbe incrociato una Roma in piena corsa Europa League. Per fortuna i giallorossi hanno chiuso la pratica e giocheranno l'ultima di campionato avendo raggiunto i suoi obiettivi. Il precedente, proprio con i giallorossi, arrivati allo scontro diretto
nella stessa situazione, lascia ben sperare: allora fu Muzzi, un ex, a segnare il gol della vittoria.
Il Bologna andrà a giocarsela al Dall'Ara contro il Catania con la consapevolezza di avercela quasi fatta. Ed è proprio questa consapevolezza che potrebbe costare cara ai felsinei, che in casa hanno sempre raccolto risultati mediocri. In più sarà l'addio di Walter Zenga sulla panchina del Catania che terrà a chiudere in bellezza la stagione.
Il quadro è critico, ma nulla ancora è perduto a 90' dalla fine.