Rosina in Russia: Foschi: "Affare per tutti"

28.07.2009 13:42 di  Raffaella Bon   vedi letture
Fonte: www.lastampa.it
Rosina in Russia: Foschi: "Affare per tutti"
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© foto di Giacomo Morini

Il sito ufficiale di Alessandro Rosina resta in aggiornamento. E’ tempo di cambiare i colori, dalla maglia granata del Toro a quella bianco blu dello Zenit San Pietroburgo. Rosinaldo, infatti, alla fine ha accettato il trasferimento in Russia. Più difficile è stato convincere Urbano Cairo a privarsi del suo gioiello ma come ha spiegato Rino Foschi: «Quando ci sono opportunità del genere vanno prese al volo non si può dire di no».

Come previsto, ieri è stato il giorno dell’addio del trequartista granata. Rosina ha lasciato il ritiro di Folgaria in mattinata dopo aver abbracciato i compagni, poi in compagnia del fratello ha raggiunto gli uffici del presidente Cairo a Milano. Alla riunione hanno partecipato anche il suo agente Beppe Bozzo, il ds Foschi, il segretario granata Ienca e l’intermediario del San Pietroburgo Federico Pastorello. Dopo più di due ore di discussioni, è arrivata la firma su un contratto preliminare.

Oggi alle 16 Rosina con un volo privato volerà in Russia dove firmerà l’accordo definitivo, se tutto andrà come previsto (visite mediche comprese già fissate per domani) si legherà alla squadra di Advocaat per 4 anni guadagnando 2,2 milioni di euro. I russi pur di averlo hanno raddoppiato la loro prima offerta: una quindicina di giorni fa infatti misero sul piatto 1 milione e 100 mila euro, adesso sono diventati più di due, con un bonus molto appetitoso: 7 mila euro a vittoria. La riunione si è protratta per due ore per varie questioni. Oltre alle perplessità di Cairo ci sono stati aspetti tecnici e economici da definire. E’ stata fissata infatti anche una clausola rescissoria modulata. Tra un anno Rosina potrà liberarsi a 15 milioni di euro, tra due anni serviranno 13 milioni per accaparrarselo e tra tre, 10, quanto è costato allo Zenit se si includono anche le commissioni.

Cairo, in cassa si ritroverà invece otto milioni di euro. L’umore del presidente a dire la verità ieri non era alle stelle e i motivi sono facilmente comprensibili. Rosina infatti era il suo pupillo, il simbolo della sua gestione. Un legame che ricorda quello che aveva Moratti con Recoba. Per Cairo Rosina era un intoccabile, un giocatore con grandi risorse, ma fragile sotto tanti punti di vista. La sua cessione ha significato la chiusura di un’era, del primo Toro di Urbano non resta nessuno.

Adesso i tifosi si aspettano che il presidente torni sul mercato con un nome importante. Foschi è realista e non intende illudere nessuno: «La retrocessione in termini economici ci è costata molto, bisogna mantenere la calma e fare i passi giusti. Il nostro organico è comunque competitivo, c’è tempo fino al 30 agosto per la campagna di rafforzamento». La cessione di Rosina (e quella probabile di Dzemaili) è l’atto estremo di una stagione fallimentare: «A malincuore - racconta Foschi - abbiamo deciso di lasciare andare Alessandro. Sarebbe stato sbagliato trattenerlo. Io almeno la penso così».

Foschi da uomo di calcio sa bene che certi treni passano raramente. Cairo, invece, ha ascoltato fino alla fine le ragioni del cuore poi si è lasciato convincere. Rosina ieri quando intorno alle 18,30 ha lasciato gli uffici del presidente, era sollevato ma non eccitato come avrebbe dovuto essere un giocatore che si ritrova uno stipendio doppio. Vestito con una maglietta Abercrombie e un paio di pantaloncini ha preferito evitare le telecamere. Il rammarico per come si è conclusa la sua avventura in granata resterà per sempre, a meno di un clamoroso ritorno. I fischi della tifoseria hanno ferito Rosina e lo hanno convinto a provare un’avventura lontana dall’Italia. Advocaat è pronto a rilanciarlo.