Padova-Torino, la presentazione
Il volo nel precipizio di fine maggio, è un ricordo ancora fresco. E dalle ceneri del mesto Toro lerdiano è nata la luminosa realtà dinanzi agli occhi della Torino granata. Il gruppo che il Padova affronterà domani all’Euganeo, non sembra provenire dallo stesso ceppo in grado di saggiare la fedeltà dei tifosi pochi mesi fa. “Qualcosa è cambiato” recitava il titolo di un film con Jack Nicholson. Mentalità, pazienza, sacrificio, disponibilità, umiltà e qualità hanno fatto un ingresso prorompente nel nuovo corso targato Ventura. E in un batter di ciglio, le assenze pesanti che gravano sul capo del Toro (Guberti, Vives, Basha, Parisi, Darmian, Surraco) in questo complesso impegno esterno, vengono poste in secondo piano. La cura del tecnico genovese mira a cogliere il buono anche da situazioni non esattamente agevoli. Il nome appropriato è emergenza, senza comunque la necessità di versare lacrime di autocommiserazione. Pertanto riesce facile immaginare la truppa anti-Padova. Se permane il dubbio tra i pali, visto il recupero in extremis di Coppola, il resto della formazione non dovrebbe subire modifiche. D’Ambrosio, Ogbonna, Glik e Zavagno costituiscono il pacchetto difensivo, Iori e il debuttante (prima da titolare) De Feudis in mediana, con Antenucci e Stevanovic sulle fasce. La batteria di attaccanti è formata da Sgrigna e Bianchi, smanioso di bollare il cartellino dopo la squalifica.
Il Padova è riemerso sabato a Sassuolo, dopo qualche boccone amaro mal digerito dalla tifoseria patavina e dal presidente Cestaro. Tuttavia l’ala protettrice incarnata dall’ex ds granata Rino Foschi ha consentito a Dal Canto di elaborare un frullato vincente, da rinnovare nella sfida con la prima della classe. Quello che è custodito nelle mani dell’allenatore veneto, è un bonus prezioso. Il successo del Toro porterebbe a dieci i punti di distacco tra le due compagini, mentre il bottino pieno biancoscudato verrebbe salutato con un entusiasmo arduo da arginare. Con quattro lunghezze di differenza, anche al prudente Dal Canto balzerebbero in testa idee di promozione diretta. L’andamento casalingo del Padova duella con quello del Toro nel suo Olimpico. Se fuori dalle mura amiche le emozioni sono all’ordine del giorno -ma anche in negativo-, all’Euganeo il cinismo e l’ottimizzazione degli sforzi sono resi al massimo (6 vittorie, 1 pareggio, 1 sconfitta, ottenuti con 11 reti fatte e 5 subite). Un ottimo trend, atteso al test principe contro il rullo compressore del campionato, autore di sei successi a spasso per lo stivale. L’undici di Ventura non ha segreti, e anche quello patavino è ben delineato. Il colpo da tre punti nel turno precedente è stato effettuato con un 4-4-2, efficace quanto poco amato dal direttore d’orchestra in panchina. Con Pelizzoli ancora fuori causa, ecco Perin tra i pali, Legati e Renzetti, Trevisan e Schiavi in difesa, Bovo, Osuji e Italiano dietro a Marcolini, uomo di raccordo con le bocche di fuoco Hallenius e Cacia. Il più convenzionale 4-3-3, invece, punterebbe sulla velocità dell’ex “bimbo” Lazarevic. Il jolly spendibile potrebbe essere Cutolo. Recuperato all’ultimo minuto, l’ex Crotone è un’arma minacciosa di prim’ordine. Gli ingredienti per un’altra battaglia sono già in tavola.