La storia Mehmet & Perparim, fratelloni contro

Hetemaj, dal Kosovo alla Finlandia, poi in Grecia e ora avversari in Italia
27.03.2010 13:00 di  Raffaella Bon   vedi letture
Fonte: Eco di Bergamo

Fratelloni d'Italia, anche se la loro Italia è un derby che corre sull'A4 con un pensiero fisso: come sta babbo Miftar? Miftar Hetemaj è arrivato due settimane fa, per vedere l'Italia di Perparim e Mehmet, fratelloni col pallone in valigia come i sogni di famiglia. Dal Kosovo alla Finlandia la vita degli Hetemaj è viaggio, e questa tappa babbo Miftar non avrebbe voluto perdersela. Lui e i suoi ragazzi, Mehmet e Perparim, la sciabola dell'AlbinoLeffe e il fioretto del Brescia, di nuovo insieme, per un giorno contro.
Giochi senza frontiere... «Perparim è stato il mio primo maestro, ha un grande talento: magari un giorno arriverà in Italia», diceva in estate l'apprendista seriano Mehmet mentre andava in pressing su grammatica e diagonali. Riicordava bene quando babbo Miftar e mamma Emine lasciarono il Kosovo in cerca di un secondo tempo migliore, una vita più a nord, in Finlandia. E ancora meglio quando Perparim, 9 anni, lo trascinò sul campo dell'Hjk Helsinki, diversi ma fratelli: l'artista Perparim, il guerriero Mehmet. Scommessa vinta, i fratelloni crescono e viaggiano insieme: Hjk, Under 21, nazionale maggiore. Anche i sogni giocano in simbiosi.
Quando l'Aek Atene, serie A greca, chiama Perparim, Perparim chiama Mehmet: vieni anche tu. Perparim resta all'Aek ma è scontento, Mehmet va al Panionios ma è scontento. Fino a una chiamata: Mehmet, ti vuole l'AlbinoLeffe, serie B italiana. Mehmet vola, Perparim lo chiama. «Non aver paura», gli dice alla vigilia del debutto dal 1', a Cesena. Mehmet lo ascolta e gli prepara il terreno. «Gli ho detto di venire qui». Qui, in Val Seriana, ci pensano davvero al fratellone. Ci pensano troppo. Il Brescia arriva prima, chiama Perparim e Perparim vola dalle rondinelle. Debutta col Torino, poi fa panchina. Mehmet lo aspetta, cinquanta chilometri più a ovest. Oggi lui giocherà, il fratellone no. Entrambi sognano il primo gol italiano e un premio-partita senza prezzo: il sorriso di babbo Miftar, a inseguirli sull'A4.