GIOCATORI del Toro: «Cairo trascinante»

16.10.2008 13:10 di  Raffaella Bon   vedi letture

«Cairo? E’ stato semplicemente trascinante. Alla fine del suo discorso ave­vamo tutti una grande carica addosso, roba da scendere su­bito in campo e sbranare gli av­versari. Bello, bello». I testimo­ni testimoniano senza proble­mi, mettendo in luce la bontà e l’utilità dell’intervento presi­denziale. Un altro uditore: «Che sia un gran motivatore non ci sono dubbi, lo sanno tut­ti e non certo da oggi. Ma ascol­tarlo per 45 minuti, mentre parla così tutto d’un fiato con tanta intensità, ti dà subito nuovi stimoli». Hanno reagito bene i giocatori. Hanno segui­to il discorso di Cairo in silen­zio, con attenzione. Hanno ap­prezzato. Non c’erano dubbi.

UN CRESCENDO - Il momen­to è delicato, il presidente tor­na a farsi sentire. E’ arrivato alla Sisport verso la fine del­l’allenamento pomeridiano, ha fatto due chiacchiere con De Biasi e il ds Pederzoli, si è in­trattenuto anche con il consi­gliere di fiducia Trombetta, a Rosina ha chiesto come an­dasse il recupero (infiamma­zione al ginocchio sinistro), ha girato pacche sulle spalle a più di un giocatore, quindi tutti so­no stati radunati nella grande sala dei colloqui. E lì, verso le 17 e 40, Cairo ha cominciato a parlare. Per finire alle 18 e 25: 45 minuti, per l’appunto. Non una strigliata: tutt’altro. Un di­scorso ricco di emozioni e posi­tività. Una prolungata iniezio­ne di fiducia, di senso di re­sponsabilità, di motivazioni. Il tutto, come sempre, in crescen­do. Fino al «forza Toro» finale, come da copione. «E mi racco­mando per domenica: dateci dentro. In bocca a lupo».

AUDERE EST FACERE - «Bi­sogna osare, per raccogliere. E io ho sempre osato, fin da gio­vanissimo », ha detto a un cer­to punto il presidente ai gioca­tori, di fronte alla dirigenza e al settore tecnico. «Fate come me: non abbiate mai paura di osa­re e lottare. Otterrete, avrete risultati». Retroscena, flash­back di quasi un anno e mezzo fa: durante l’amichevole a Lon­dra col Tottenham, nell’estate del 2007, il presidente si con­gratulò con i vertici del club britannico per la scelta del motto, «to dare is to do» (tradu­zione di un celebre detto latino, «audere est facere», osare è fa­re). E spiegò loro: «Il vostro motto è il motto della mia vi­ta ». Ieri sera, pur senza ricor­dare l’aneddoto londinese, Cai­ro ha usato più volte questo verbo, osare. E lo ha fatto tor­nando anche a raccontare lar­ghi tratti della sua vita di im­prenditore che si è fatto da sé, costruendo una fortuna. «Quando avevo 18 anni...», ec­cetera eccetera. E giù alcune rivelazioni anche curiose sul percorso delle sue aziende, per dare l’esempio pure sul prato. «In certi momenti mi è capita­to di dover mollare un attimo la presa e si è registrato qual­che rallentamento, se non qualche calo. Così mi è capita­to di dover ributtarmi, anima e corpo, per dare nuovi impulsi: e l’azienda è tornata subito a decollare. Anche voi dovete fa­re così: non mollare mai la con­centrazione, l’intensità, la vo­glia. Bisogna credere in ciò che si fa: e io ci credo ciecamente, sempre, se comincio qualche impresa. Come quando ho comprato, salvato e costruito il Toro in appena una settimana, per poi raggiungere al primo colpo la promozione in A».