Sensounico, a suon di Toro. Ricominciamo o no?

10.12.2012 14:42 di  Marina Beccuti   vedi letture
Sensounico, a suon di Toro. Ricominciamo o no?
© foto di Sensounico

Quest’oggi sono felice! No, non sono matto, è solo che in scaletta ci sono due brani dei miei due gruppi preferiti, gruppi che hanno fatto la storia del rock. Ma lasciamo parlare la musica.

Stadio pieno,chitarre distorte e ampli valvolari che ronzano:”Highway to hell” brano degli ACDC  del 1979.

Già, sull’autostrada per l’inferno il Toro ha incontrato il diavolo e non ha saputo incornarlo a dovere. Anzi, s’è preso 4 “forconate”ben assestate scivolando ad 1 punto dalla terz’ultima posizione, con il baratro della retrocessione ad un passo. Un Toro di cartapesta (come quello che viene esposto in bella mostra sotto la Maratona)  che riesce sì e no a reggere al massimo un tempo (vedi Milan, vedi Juve) per poi sgretolarsi sotto il peso della qualità delle altre squadre.

Ecco quindi partire il riff di basso, inconfondibile, del bassista dei Queen: “Under pressure” del 1981.

Sotto pressione e la pressione va sotto. Calo pressorio per Ventura che rischia anche la salute a causa della sua creatura che non riesce a  girare come accadeva in serie B, tradito proprio dai “suoi” luogotenenti sul quale ha puntato forte. Gillet sta vivendo un momento non propriamente felice, meno reattivo rispetto all’inizio di campionato. Meggiorini sempre difeso a spada tratta che non ripaga mai la fiducia del mister. Masiello assolutamente inadatto alla massima categoria, Cerci troppe volte in ombra riesce solo a far la differenza in negativo ( ma se un Montella ed una Fiorentina capaci di fare un campionato di prima scelta lo hanno lasciato andare senza troppe lacrime, forse un qualcosa vorrà dire?). 

Momento revival: “Non c’è più niente da fare” del 1967, Bobby Solo.

A seconda di come la si voglia vedere: o non c’è più niente da fare e quindi bisogna rassegnarsi ad un campionato fatto di briciole, di striminziti pareggi, nessuna soddisfazione da togliersi con le “grandi” ed una salvezza da conquistare con i denti ( basteranno?) fino all’ultima giornata…. quindi tanto vale vendere i pezzi pregiati, fare cassa per ammortizzare l’eventuale prossima discesa e ripartire come favoriti in un campionato che sta diventando la giusta dimensione per questa società altamente improvvisata. Oppure ( e qui il granata ottimista dopo essersi toccato i gioielli di famiglia  per ciò che ha letto la riga sopra può rilassare la mano) c’è molto da fare…ma subito …non il 31 gennaio. CEDERE chi non rende e chi non si è integrato, PRENDERE  immediatamente gente di qualità che possa subito traghettare il Toro in acque più tranquille. E non importa se non hanno giocato nel Bari o nel Pisa, chiaro Petrachi? Spendere per non piangere, spendere per far vedere il famoso ”progetto”che finora nessuno ha ancora visto. Perché siamo stanchi delle giustificazioni di Ventura e delle 45 situazioni a partita non concretizzate che vede solo lui, dei rigori per fallo di mano che a noi non danno né daranno mai, dell’emozione dei nostri giocatori “..perchè il Milan e la Juve l’hanno vista solo in tv…”…adesso basta.

Chiudiamo con un brano rap: “Applausi per Fibra” dall’album “Tradimenti” del 2006.

La Maratona ha elargito “applausi per Fibra”, Bianchi, Gazzi, Santana ,Birsa e Sansone….e fischi a Meggiorini.

Meditate Cairo e Ventura!

Buona settimana, alla prossima.

Dave dei Sensounico