Sensounico, a suon di Toro. Dove osano “gli Eagles”

30.09.2013 10:58 di  Marina Beccuti   vedi letture
Sensounico, a suon di Toro. Dove osano “gli Eagles”
© foto di Sensounico

Gli Eagles sono un gruppo musicale americano  che nasce nel 1971. I loro primi passi nella discografia mondiale li mossero proponendo il classico Country americano. Dopo il primo album decisamente “West Coast” , il gruppo si orientò su un sound più rock (con sfumature anche decisamente Heavy Metal), creando dissapori all’interno della band più “conservativa” ma creando anche, grazie all’arrivo del chitarrista solista Joe Walsh, una delle canzoni più conosciute e belle al mondo: Hotel California.

Al Toro di Ventura nel derby della Mole è mancato questo coraggio, coraggio di cambiare stile, passo, gioco. Che sia stato un bel Derby non si può dire, che sia stato giocato male neanche. E forse neanche che sia stato “giocato” per come si intende il giocare a pallone: tirare verso la porta avversaria, creare pericoli. E’ stata una di quelle partite che se non fosse stata ora di pranzo, non ci fosse stato il Toro in campo e soprattutto l’avversario non fosse stata la Juve, il divano avrebbe preso il sopravvento su chi la guardava da casa e l’uscita anticipata dallo Stadio non sarebbe stata una scelta così incomprensibile o criticabile per chi era alla partita.

Poche azioni degne di note da parte granata, zero tiri in porta, grande diligenza tattica: proprio su quest’ultimo punto vorrei soffermarmi in quanto è stata una delle costanti nei tre Derby giocati con Ventura in panchina. Il Toro rischia poco nonostante una differenza di potenziale palese, ma non riesce neanche a infastidire Buffon con tiri  da lontano. Ma in un  Derby, il più delle volte, l’eccessiva applicazione tattica toglie quel furore, quell’imprevedibilità dettata dal cuore e dalla grinta che erutta in alcuni momenti di una partita così sentita e che fanno superare un avversario sulla carta  superiore. Addormentare una partita per novanta minuti con 1000 passaggi in linea orizzontale  senza riuscire a verticalizzare e spaventare la difesa avversaria, abbiamo capito che alla fine non paga. Come gli Eagles hanno avuto il coraggio di cambiare la loro tipologia di stile, così il Toro avrebbe dovuto avere il coraggio di non limitarsi al compitino assegnatogli dal suo allenatore. Bravo Padelli questa volta sicuro ed autore di due grandi interventi, buona la prova generale della difesa, centrocampo ed attacco abulico. Tanto possesso, qualche passaggio sbagliato, ma nessun sussulto per il cuore tifoso. Non per niente qualche brivido ai difensori bianconeri glieli hanno fatti venire negli ultimi cinque minuti di partita , quando all’assalto all’arma bianca, l’impostazione tattica era ormai saltata. Ma evidentemente cambiare stile non è facile, forse ci vuole troppo coraggio o troppa incoscienza. Neanche la Juve riesce a farlo, avvantaggiandosi continuamente di sviste arbitrali (ancora una volta guardalinee e arbitro di porta si confermano quanto mai inutili), di nuovi regolamenti (mai visto il quarto uomo sospendere un'azione di gioco offensiva  perché un giocatore avversario  è a terra sostituendosi all’arbitro in campo…a meno che non si tratti di Larrondo ed allora il gioco può continuare) e nonostante ciò nelle interviste di fine gara anziché tacere di fronte all’evidenza, il gran signore Conte si lamenta di una mancata espulsione di Immobile per un fallo a centrocampo; le immagini di Ogbonna  che esulta per la vittoria come neanche un prodotto del vivaio bianconero farebbe…

Forse per averne una caduta, lo stile bisognerebbe avercelo. Per farla breve per il ritorno ci vuole un cambiamento di mentalità, non pensare di dover giocare a dama con l’avversario ma magari anche solo a Risiko (che pur non  trattandosi di un incontro di Boxe ma sempre di gioco da tavolo, mi sembra un po’ più spregiudicato) per poter volare in alto…dove osarono gli Eagles!

Dave dei Sensounico