Montolivo: ''Voglio affermarmi a Firenze''

03.05.2009 10:43 di  Raffaella Bon   vedi letture
Montolivo: ''Voglio affermarmi a Firenze''
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© foto di Giacomo Morini

«Forza, andiamo sulla lu­na ». Scusi Montolivo: dove ha detto? «Dico che se anche que­st’anno dovessimo riuscire ad arrivare quarti, beh, sarebbe come mettere i piedi sulla lu­na: perché è stata un’annata piena di situazioni particolari, di difficoltà, di cambiamenti anche tattici, e con attorno un alone di quasi sfiducia e scetti­cismo. Per questo sarebbe co­me salire su un altro pianeta. E perché se accadrà, sarà stato il passo più difficile di tutti e di sempre. Oltre che una grande conferma della nostra conti­nuità ». Riccardo parla coi sen­si e con gli occhi. Alle spalle ha una gigantografia in bianco e nero: è l’invasione di campo per il secondo scudetto viola, nel 1969. «Eh, è passato un po’ di tempo...», sorride.

A quando il terzo sigillo?
«Poter rivedere una scena a co­lori così sarebbe bellissimo. Di una cosa però sono convinto: che siamo sulla buona strada. Quanto tempo ci vorrà? Diffici­le dirlo, forse cinque o sei an­ni, di certo vorrei vincerlo pri­ma dei trent’anni perché poi di­vento vecchietto...».

Da piccolo cosa o chi voleva essere?
«Un calciatore. Verso i 17 anni ho capito che poteva accade­re ».

E’ vero che il piccolo Montoli­vo era già del Milan?
«Verissimo. A 8-9 anni dovevo andare nel settore giovanile rossonero, era quasi tutto fat­to, poi mio papà decise di far­mi restare. Non so quanto sa­rebbe cambiata la mia vita se fossi andato là, ma so che le giovanili dell’Atalanta sono state fondamentali per la mia crescita».

Quando qualcuno dice «Mon­tolivo non cresce mai», lei co­me reagisce?
«Dipende da chi lo dice: se lo considero importante per la mia crescita, cerco di capire, m’interrogo. Sennò non m’in­teressa ».

Se lei fosse un tifoso cosa di­rebbe di Montolivo?
«Che è importante per la squa­dra e per ciò che è stato rag­giunto, ma che può fare di più ed essere più continuo nella qualità».

Lei è stato anche fischiato: ha mai pensato di cambiare aria?
«No, perché non cerco altro. Voglio affermarmi qui, vince­re qui, perché so che con que­sta maglia posso togliermi sod­disfazioni e possiamo giocarce­la quasi alla pari con chi ha più possibilità».

E’ lo spot del Progetto Fiorenti­na.
«Molti lo prendono ad esem­pio perché c’è continuità ed equilibrio. Per il quarto anno lottiamo per la Champions, di­mostriamo stagione dopo sta­gione di crescere. Non è che un anno arrivi terzo e poi setti­mo, così non costruiresti. Inve­ce qui sì, piano piano: ci vuole lungimiranza e pazienza per­ché non abbiamo le possibilità economiche altrui e più fidu­cia attorno, e a volte quest’an­no è mancata».

E’ stato lo striscione della Fie­sole a trasformarvi?
«Quella è stata una scossa, non una contestazione, ma noi avevamo l’orgoglio di di­mostrare che non eravamo quelli di Udine. Adesso? L’in­tensità mentale non calerà, col Toro è gara dura e impor­tante ».

Intanto Pazzini dovrebbe fer­mare il Genoa.
«Già chiamato, ci sentiamo sempre, siamo cresciuti assie­me ».

Da grande cosa vorrà fare?
«Avere una famiglia serena co­me l’ho avuta io. E vincere qui, in viola. Passando da un altro sbarco sulla luna...».
- La Gazzetta dello Sport