Lazio-Toro, un solo ex in campo (e uno dalla panchina)
Capace di regalare al Toro un pezzettino di quella, nonostante tutto, ancora piuttosto probabile salvezza, con la doppietta siglata lo scorso 18 aprile contro il Benevento, le cui sorti sono ormai legate a doppio filo a quelle granata, Ciro Immobile è l'unico ex della gara in programma di domani sera, quel recupero che potrebbe regalare al Toro, in caso di pareggio (o, naturalmente, di vittoria esterna), l'agognato obiettivo. Che, al di là di come finiranno le ultime due gare della stagione per Nicola e i suoi, manterrà in ogni caso un retrogusto amaro, sulla scia della recente doppia disfatta, sull'asse Torino-Milano-La Spezia.
Esploso proprio con la maglia granata, resta nella memoria del pubblico torinista la sua stagione 2013/14: ventidue reti segnate in trentatré partite di campionato - che gli fruttano il titolo di capocannoniere della Serie A, titolo che si aggiudicherà in altre due occasioni, - la composizione di un duo inossidabile con Alessio Cerci, la conquista di un posto in Europa che, per il Toro, torneo Intertoto escluso, latitava da esattamente vent'anni. Meno memorabile, ma comunque utile alla causa, il suo breve ritorno, nella seconda metà del 2015/16, con cinque gol in quattordici, preludio al trasferimento alla Lazio.
Insieme a lui, Massimiliano Farris, allenatore in seconda biancoceleste: difensore da calciatore, fu acquistato dal Toro, appena diciassettenne, dai ranghi della Pro Vercelli, collezionando quattro presenze in prima squadra nel 1988/89, e restando in granata, per il resto, per un biennio, tra le schiere della Primavera.