La missione di Ogawa: far conoscere sempre più al Giappone la leggenda del Grande Torino
Mitsuo Ogawa - scrittore, traduttore, interprete, professore universitario e giornalista sportivo, negli Anni 90 frequentò il corso di Storia medievale all’università di Siena e per 16 anni ha vissuto in Italia, soprattutto a Venezia e Milano - si è prefisso la missione di far conoscere sempre di più il Grande Torino anche in Giappone.
Nei primi anni Duemila iniziò a scrivere un libro sulla storia del calcio italiano e quindi studiò l’epopea del Grande Torino e quindi andò nella città della Mole per approfondire e incontrò Sauro Tomà, l’unico giocatore di quella grandissima squadra sopravvissuto alla tragedia di Superga poiché non andò a Lisbona per l’amichevole con il Benfica. Quell’incontrò, che Ogawa ha definito dolorosamente magico, come riporta Tuttosport, cambiò il suo approccio davanti al Grande Torino: “da freddo chirurgo che potevo essere, ebbi la sensazione di entrare anch’io nella leggenda, tenuto per mano da Tomà”. Poi andò al Filadelfia dove c’erano solo i pochi ruderi rimasti, il prato con l’erba altissima, le sterpaglie e l’impatto emotivo fu fortissimo. Per anni, troppo impegnato con il lavoro, non riuscì a dedicarsi a far conoscere ai giovani giapponesi che amano il calcio la storia del Grande Torino, ma adesso è venuto per le commemorazioni del 4 maggio e quando dopo la partita con il Monza tornerà in Giappone potrà dedicarsi alla sua missione.
Ogawa ha visto con i propri occhi e percepito con il cuore il legame immutato che c’è tra il popolo granata e gli Invincibili: “Tre parole in particolare possono descrivere questa magia di popolo e di generazioni: unità, identità, profondità. Mi sono tanto emozionato. Il Grande Torino vive nei tifosi di oggi” ed è questo che vuole far conoscere al Giappone.