Il docufilm “Toro 1927: lo scudetto negato”
“Toro 1927: lo scudetto negato” è un docufilm ideato e realizzato da Vittore Gaetini, grande tifoso del Toro, con la regia di Flavio Sonetti, nipote di Nedo, e Torovisione, che è stato presentato ieri a Torino al Bistrot Culturale “Ramo d’Oro” in un talk condotto da Lucrezia Maritano e con ospiti Domenico Beccaria, presidente del Museo del Toro, Vittorio Molinari, nipote di Vittorio Staccione ex calciatore del Torino, e Marco Morelli di Popolo, il nonno Vittorio con altri nel 1906 fondò il Torino. Il docufilm sarà disponibile gratuitamente per tutti su Youtube dal 4 novembre sul canale di Torovisione. “Il docufilm è autoprodotto ed è un atto di amore verso il Toro – ha raccontato Gaetini -. Il clima generale di oggi intorno al Torino fa male e mi ha portato già dallo scorso anno, è un anno e mezzo che lavoriamo a questo docufilm, a voler far capire che cos'è il Toro, chi siamo noi tifosi granata e da dove arriviamo. Lo scudetto revocato nel 1927 è uno dei fatti più terribili della storia del Torino. Secondo me, è il secondo fatto terribile dopo il campionato interrotto del 1915 a causa della Prima Guerra Mondiale e per questo noi granata perdiamo un eventuale scudetto, o meglio la possibilità di giocarcelo. Nel 1927 ci fu il primo grande Torino, che nella gestione Marone Cinzano vincerà due scudetti e arriverà secondo, anche se in realtà quando arrivò secondo il conte Marone Cinzano non c'era più alla guida del Toro. Marone Cinzano fu un presidente che portò la managerialità nel calcio, che fece edificare il Filadelfia, un presidente illuminato e per questo il Torino diventò grande. Molto spesso quando parliamo di oggi non sappiamo niente di ieri e questo ci ha portato a dire cominciamo a ragionare su questo primo scudetto che ci è stato tolto”.
La vicenda - Il 4 novembre 1927 al Torino fu revocato lo scudetto vinto alla fine della stagione precedente. Ci fu un processo lampo condotto in prima persona dal presidente federale Leandro Arpinati, vicesegretario generale del Partito Nazionale Fascista e podestà di Bologna di cui era tifosissimo nonché gerarca molto vicino a Benito Mussolini. Il difensore della Juve Luigi Allemandi e l'alto dirigente granata Guido Nani si trovarono al centro di uno scandalo con l'accusa di aver combinato il derby del 5 giugno del '27. La sfida fu vinta dal Toro 2-1 e risultò decisiva per la conquista dello scudetto ai danni del Bologna, che arrivò secondo. Sull’esito di quella partita pesò la ricostruzione fatta dal giornalista Renato Ferminelli, a suo dire, testimone indiretto - si trovava nella stanza accanto del residence di via Lagrange – dove avvenne una lite, per il mancato pagamento di quanto stabilito, tra Allemandi e Nani. Il giocatore bianconero giocò un derby quasi perfetto tanto da risultare tra i migliori in campo e, nel tempo, non pochi furono i dubbi sul modo in cui la Figc guidata da Arpinati condusse le indagini. La sentenza di quel processo fu titolo tolto al Torino però non assegnato al Bologna, per evitare accuse di favoritismo palese da parte dei vertici della Federazione, e radiazione di Allemandi e di tutto il vertice societario del Torino. Il giocatore si dichiarò sempre innocente (ricorse poi al Coni) e durante il processo però non emersero prove chiare e gli accusati non poterono avvalersi di avvocati difensori. Allemandi poi fu reintegrato già nel ‘28 con un’amnistia generale, e anche i vertici del club granata tranne Marone Cinzano, Nani e il presunto intermediario Vogliotti però al Torino non fu ridato lo scudetto.
Nel 2022 una commissione di storici, Francesco Bonini (presidente), Pierre Lanfranchi, Daniele Marchesini, Sergio Giuntini, Enrico Landoni, Eleonora Belloni e Nicola Sbetti, incaricati a fine maggio 2019 di analizzare le diverse richieste pervenute alla Figc pubblicarono un resoconto riguardo l’assegnazione di scudetti di stagioni sportive dell’inizio del secolo scorso: Torino e Bologna (gli emiliani 2° in quel 1927), del Genoa (1925) e della Lazio (1915). Ma come già emerse dagli uffici dell’allora e attuale presidente federale Gravina prima della presentazione del resoconto della commissione degli storici la revisione storica non porterà a nulla: 1) le richieste pervenute sugli scudetti contesi non hanno dato né daranno alcun seguito formale in Figc, né è stato istituito o sarà istituito alcun procedimento; 2) non c’è nessuna volontà di affrontare il tema per riesaminare dal punto di vista giuridico-sportivo le questioni; 3) si sottolinea l’utilità del lavoro portato avanti dalla commissione dei saggi a livello di ricerca e di cultura storiografica, come da desideri del presidente federale, per aumentare la consapevolezza nell’opinione pubblica di ciò che successe in quei campionati di inizio secolo; 4) si fa notare l’inevitabile spirito divisivo delle varie richieste di assegnazione, con più club virtualmente in lotta tra loro; 5) viene ribadita l’impossibilità oggettiva di ritrovare prove o documenti indubitabili.
“Guardando il docufilm e ascoltando quello che gli esperti e gli storici hanno detto, la sensazione – ha spiegato Gaetini – è che sia stata utilizzata troppa severità nel giudizio di revoca dello scudetto, ma questo non stupisce visti i tempi, eravamo in regime, però tutto questo cosa porta a pensare? Che ogni persona che guarderà questo docufilm si renderà conto e si farà una sua idea”.
“Toro 1927: lo scudetto negato” ha un’ambizione, pur non essendo stato realizzato con tutto l’armamentario delle grandi produzioni bensì in “modo casalingo”con riprese non fatte da troupe di professionisti ed è quindi stata privilegiata la modalità social. “Quantomeno – come sottolinea Gaetini - ha la speranza di salvaguardare la memoria sia della storia del Torino sia della storia in generale per far capire chi siamo, da dove siamo nati. Nel 1927 eravamo ventuno anni dopo la nascita del club e quindi si è voluto dare una sorta di, non voglio dire di cultura, però di conoscenza in più su quello che era il Toro e su quello che rappresentava a Torino in quegli anni”.
Il docufilm non vuole essere un input per riaprire il dibattito e magari portare alla restituzione dello scudetto del ‘27 e su questo Gaetini è molto chiaro: “Lo escludo nella maniera più assoluta, anzi, questo è importante e lo voglio sottolineare, il docufilm è impostato in timeline e ha una linea di racconto senza personaggi che parlano riferendosi al Bologna o ad altre realtà, proprio perché il focus non doveva essere puntato su un eventuale “litigio” relativo allo scudetto è mio o di altri. Il focus infatti è esclusivamente sulla storia del Torino, che comprende la vicenda della revoca dello scudetto del ’27, e della storia di quegli anni venti. Lo ribadisco, non è un racconto finalizzato a dire di chi sia quello scudetto. A me piacerebbe, sarebbe un sogno, che questo docufilm, la cui visione è gratuita e sarà immesso sui social a partire dai 4 novembre, possa essere visto dai ragazzi delle scuole per capire il calcio e le persone. Ad esempio, la figura di Vittorio Staccione, che morirà nel campo di concentramento di Mauthausen, e che è stato Campione d'Italia col Torino, ma nessuno se lo ricorda perché quello scudetto è stato cancellato. Vorrei che “Toro 1927: lo scudetto negato” potesse essere utile a tutti noi”.
Nel docufilm c’è anche un’intervista a Carlo Tavecchio, mancato il 28 gennaio del 2023, che fu presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio dall’11 agosto 2014 al 20 novembre 2017 e che strizzo un po’ l’occhio al fatto che si potesse ridiscutere la riassegnazione dello scudetto del 1927 al Torino. Riparlare degli scudetti del 1915, 1925 e 1927 sarebbe come aprire il vaso di Pandora e in più non ci sono testimoni in vita che possano fare luce sugli eventi, ma chi ascolterà questa vicenda narrata non da me o da tifosi del Toro bensì da chi l’ha studiata si farà un’idea”.
Copyright © 2025 - Tutti i diritti riservati