Anche Claudio Sala rivuole il Fila

13.05.2013 18:53 di  Matteo Maero   vedi letture
Fonte: inmarciaperilfila
Anche Claudio Sala rivuole il Fila
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Uno dei protagonisti dell'ultimo scudetto granata si aggiunge alla causa pro-Filadelfia, fondamento della prossima Marcia per il Fila, evento tutto granata che si terrà domenica 19 maggio 2013 per le strade di Torino. Stiamo parlando di Claudio Sala, ex calciatore di Monza, Napoli, Torino e Genoa. Claudio, intervistato da Elena Rossin, ritiene che il Toro fino a quando non avrà una casa è destinato a patire grandi sofferenze e difficoltà.

Lo stadio Filadelfia è stato la casa del Toro e dei suoi tifosi, ma da tempo non esiste più e il popolo granata vorrebbe che fosse ricostruito nel più breve tempo possibile. Tu lì ti sei allenato, che ricordi hai?

“Del Fila è tanto che se ne parla e non si vede mai la conclusione. Quindi, devo dire che il Fila rappresenterebbe finalmente una casa per il Toro. Il Toro non ha una casa, il Toro non ha un posto dove stare tranquillo, il Toro viaggia… fa gli allenamenti alla Sisport, una volta almeno aveva una casa che era il Filadelfia ed era un punto di riferimento per il settore giovanile e fin quando non ritrova questa casa è una squadra destinata sempre ad avere grandi sofferenze e grandi difficoltà. Per quanto riguarda l’evolversi della situazione non so dire, non sono dentro i palazzi e alle cose e non saprei quindi dire a che punto e se poi si riuscirà a fare questo stadio, non sono al corrente di tutte le manovre”.

C’è stata la delibera e verrà ricostruita solo la parte sportiva e per quel che riguarda la parte non sportiva, quindi quella che si sperava diventasse la parte per il Museo, bisognerà reperire dei fondi.

“Chiaro, prima le cose più importanti sono quelle e poi tutto il resto. D’altra parte il commerciale serve anche per rientrare di una certa situazione di soldi quindi difficilmente si può rinunciare”.

Un tuo ricordo del Fila…

“Il mio ricordo è legato al fatto che io non sono cresciuto nel settore giovanile, ma ha la data del 1969 quando sono arrivato a Torino il primo anno e mi sono sempre allenato al Filadelfia per moltissimi anni, tranne qualche rara eccezione e quindi, come dicevo prima, era un punto di riferimento per tutti, per i ragazzi, per la squadra che preparava le partite, che viveva con i tifosi le vigilie delle partite e non è mai successo che il Torino, ai miei tempi, potesse fare un allenamento a porte chiuse e questo la dice lunga anche sui come i tempi sono cambiati, ed era un motivo per stare a contatto con la gente. Ora questo contatto c’è meno e non so dire se è un bene o un male, ma sicuramente dovremmo ritornare ad avere dei tifosi sempre più vicini”.