Al Museo del Toro la visita dei “Los 50” della Peña dell’Atletico Madrid
Il Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata questo pomeriggio, nell’ambito dello scambio culturale fra i musei legati alle squadre di calcio, è stato visitato da Pablo Lemuria in rappresentanza degli altri membri della Peña “Los 50” dell’Atletico Madrid, associazione di personalità significative della società madrilena accomunate dal tifo per i Colchoneros. I madrileni, in città in occasione della partita di ritorno degli ottavi di finale di Champions League con la Juventus di domani sera, hanno risposto all’invito del Museo del Toro e sono stati accolti a Villa Claretta Assandri dal presidente Domenico Beccaria e dal direttore Giampaolo Muliari.
Al termine della visita, che si è svolta in un clima di grande amicizia, c’è stato un scambio di doni gli ospiti hanno omaggiato il Museo del Toro con il libro e il vinile degli inni dell’Atletico “Los Himions del Atleti” una sciarpa e Beccaria e Muliari hanno contraccambiato con i libri “Eterna Leggenda”, “Come nuvole nel vento. Il Grande Torino di Julius Schubert” e “Oggi torniamo a casa, c***o!”. Pablo Lemuria ha dichiarato dopo aver visitato il Museo: “E’ il Museo calcistico più bello al mondo che ho visitato”. In risposta Domenico Beccaria ha detto: “Ringrazio ed è un piacere che i fratelli dell’Atletico siano venuti a trovarci, questo dovrebbe sempre essere lo scopo del calcio: creare amicizie e non tafferugli”. E gli ha fatto eco Giampaolo Muliari affermando: “Ringraziamo gli amici dell’associazione “Los 50” per questa fratellanza sportiva con l’augurio di poter ricambiare al più presto la visita nel loro Museo”.
E’ curiosa e interessante la storia dei “Los 50” come si può leggere nel loro sito ufficiale. “Il 25 ottobre 1930, incontrandosi al numero 4 della strada di Madrid Colmenares, come dice l'Araldo di Madrid del tempo, un gruppo di 50 venerabili materassi decise di creare un nucleo al quale diedero il nome di “I 50””. Il soprannome più comune dei giocatori dell’Atletico è quello di colchoneros, letteralmente "materassai", in quanto il colore e la foggia delle uniformi della squadra erano simli a quelli delle tele che all'epoca rivestivano i materassi.
“L'obiettivo originale – come ha narrato Manuel Rosón in quella che è probabilmente la prima storia scritta dell'Atlético de Madrid - di quel variegato gruppo di personalità significative della società madrilena, una manciata di menti sveglie che avevano solo in comune l'amicizia, l'indipendenza e un amore malato per i colori dell'Athlétic Club de Madrid, era di mantenere "una sorta di Olimpo che ha aiutato i dirigenti del Club con consigli e critiche per mantenere in piedi e puro lo spirito e i "princìpi" del club".
“Più di 80 anni dopo – si legge nel sito de “Los 50” - i cultori di quello stesso spirito, un altro gruppo di 50 personalità ha deciso di rilanciare quell'iniziativa partendo dagli stessi presupposti, con lo stesso stile e i medesimi obiettivi dei loro fratelli dell'epoca in modo da mantenere intatto e puro lo spirito di un club che sentivano loro”. Questo nuovo gruppo fu fondato in occasione del cinquantesimo anniversario della costruzione dello storico stadio dell’Atletico Madrid il Vicente Calderón e il numero dei membri è fisso, appunto 50, e un nuovo membro può essere inserito solo se uno di quelli che già c’è passa a miglior vita.
I nuovi “Los 50” vogliono recuperare e rivendicano la vera storia dell’Atletico Madrid su tutti i fronti e in tutta la sua ampiezza rimuovendo la misera polvere dell'oblio che ha coperto molte delle leggende che avevano reso grandi i Colchoneros.
La memoria storica deve essere servire da fondamento di tutto. “Ricorda le sfumature che hanno forgiato il nostro personaggio. Sottolinea i dettagli su cui la nostra potente personalità è stata realmente costruita, impedendo così all'evoluzione contemporanea dello spirito atletico di vagare mascherata in un abito che non corrisponde alla sua storia o alla sua grandezza”.
E’ si sono ritrovati in un vero e proprio manifesto d’intenti. “Attraverso parole, decoro e denuncia rigorosa, vogliamo difendere l'essenza del Club Atlético de Madrid contro ogni elemento patogeno che ne minacci la dignità. Chi mente sulla sua storia o sul suo significato. Che travisa, consciamente o inconsciamente, la sua idiosincrasia. Ciò prova a ridurne la natura a una versione tascabile, volgare e gestibile, che si adatta senza difficoltà a questo scenario attuale, binario e compiacente.
Non possediamo nulla o nessuno. Siamo l’Atleti, con tutto ciò che implica. Niente di più e niente di meno. E come dichiararono i 50 originali alle pagine del quotidiano "La Libertad": "Il momento è arrivato"”.