Torino, c'è anche lo Stoccarda per Rosina
Che Cairo e Foschi stiano cercando, fin da inizio mercato, di cedere Rosina a titolo definitivo in qualunque modo non è certo un mistero: a rendere ancor meno gradevole l'attuale permanenza nel ritiro granata per il giocatore sono le continue contestazioni che una parte della tifoseria gli sta riservando (a cui mister Colantuono e alcuni compagni di squadra, come Colombo e Di Michele, si sono opposti). L'obiettivo è quello di privarsi dell'onere legato all'ingaggio di Rosina (attualmente corrispondente a 950 mila euro) e di "fare cassa" grazie all'ingente entrata che giungerebbe dalla cessione del suo intero cartellino. Mentre le italiane interessatesi (Bari, Siena, Parma e Lazio), orientate sul prestito oneroso o, al massimo, sulla compartecipazione, si defilano a causa dell'elevato costo dell'operazione (la dirigenza granata cerca a tutti i costi la cessione integrale), insiste lo Zenit San Pietroburgo: 9 milioni offerti per la proprietà delle prestazioni di Rosina, più un ingaggio che, benefit compresi, arriverebbe intorno agli 1,2 milioni con formula triennale. Il Toro avrebbe già accettato, il giocatore è perplesso riguardo a una partenza per la Russia; tale situazione di stallo è terreno fertile per l'affiancamento dello Stoccarda, disposto a pareggiare l'offerta per il cartellino, facendo leva sulla maggior godibilità della destinazione e sull'attuale prestigio del palcoscenico proposto (la formazione guidata da Markus Babbel disputerà la prossima Champions League, mentre lo Zenit dovrà accontentarsi della partecipazione all'Europa League).