Novellino: "Non gufo le mie ex, ma voglio rientrare"

Sorprese e turbolenze. Risalendo dal fondo della classifica i numeri del campionato sembrano sgonfiare realtà a lei vicine, Novellino. Sampdoria 4 punti, Torino uno in più...
«Sfortuna e infortuni. Quando devi scontrarti con certe variabili diventa tutto in salita».
Contrattempi, d’accordo. Ma, con 7 partite in archivio, si sarebbe mai immaginato di vedere le sue ex squadre così in basso?
«No, non l’avrei mai pensato. Conosco gli ambienti: a Genova sono stato diversi anni, a Torino ho vissuto un’esperienza intensa e accompagnata da errori che, oggi, non farei più: senza ipocrisia, spero che le due piazze si rialzino in fretta».
Magari con Walter Novellino in panchina...
«Nessuno mi ha contattato, niente telefonate. È innegabile come la mia voglia di rientrare sia enorme, cresce sempre di più dopo ogni partita che seguo in televisione, ma non sono il tipo che si mette a tifare per i passi falsi dei colleghi».
Al Torino è legato da un altro anno di contratto. Se Cairo chiama?
«L’unica cosa certa è che con il presidente mi sono lasciato nel migliore dei modi. A Torino ho pagato per la mia troppa passione, penso anche al modo in cui mi sono posto nei confronti dei tifosi. Errori che ho capito e che non commetterei più. E, a Cairo, avrei voluto dare consigli migliori... Se arrivasse una sua telefonata? Non so, ora sto studiando l’inglese e devo dire che sono molto avanti perché un’esperienza all’estero mi attrae molto».
Sabato sera Juventus e Torino si affronteranno nel derby delle deluse. A chi affiderebbe Novellino le chiavi per cercare la via d’uscita?
«Penso ad Alessandro Rosina. Lui è troppo importante per il Torino».
E poi?
«Poi? Farò il tifo per i granata, punto e basta».
I numeri del campionato bocciano Torino e Sampdoria e promuovono realtà inattese.
«Il mio oscar va al Catania e a Zenga. I siciliani sono venuti a fare il ritiro estivo in Umbria così ho avuto il modo di vederli dal vivo: non potete immaginare la costanza di Zenga nel provare certe situazioni di gioco con il grande merito di aver scelto di giocare ogni due giorni in amichevole con formazioni locali. Partite che gli offrivano la possibilità di crescere lontano dai riflettori».
Sta nascendo un calcio diverso?
«L’unica cosa che mi sento di dire è che ormai non si può prescindere dai giocatori di corsa e movimento».
E la Juventus del discusso Ranieri?
«Claudio ha molte attenuanti come le assenze che aveva a Napoli. Se posso fargli un appunto, io non avrei tolto Del Piero perché con quella mossa ha dato fiducia ai partenopei».
Ranieri rischia, De Biasi e Mazzarri anche. Meglio un ritorno in granata o a Genova?
«Sto studiando l’inglese...».
Guglielmo Buccheri
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